Basta sessismo in TV: Presidio il 22 marzo in corso Sempione

Milano -

L’USB invita alla partecipazione al Presidio contro il razzismo e il sessismo in TV che si svolgerà domani 22 marzo sotto la Rai di Corso Sempione dalle 17 alle 20.30.

Saremo ancora una volta a fianco del movimento Non una di meno Milano per richiamare il servizio pubblico al suo preciso ruolo istituzionale, denunciando che trasmissioni e servizi come quelli andati in onda sabato scorso su Rai 1 “Gli uomini preferiscono le straniere. Sono rubamariti o mogli perfette?” siano solo la punta dell’iceberg di un sistema mediatico che forgia in continuazione stereotipi sessisti e razzisti.  

Non sono sufficienti né la cancellazione della trasmissione  né  le scuse della Rai, per di più solo sui social network e non nei palinsesti: chiediamo che il servizio pubblico, finanziato coi soldi dei contribuenti e struttura organizzativa in grado di creare e nutrire immaginari collettivi, specie nelle nuove generazioni, adempia fino in fondo il suo ruolo di garanzia e assuma una totale e apicale inversione di rotta sin dalle proprie scelte editoriali, certamente non imputabili solo ad autori e conduttori.

Chiediamo che la Commissione di Vigilanza Rai e l’Ordine dei giornalisti svolgano il ruolo cui sono preposti.

Chiediamo che tutto il sistema di comunicazione, nel riportare i casi di femminicidio, cessi di usare termini come “omicidio passionale”, “troppo amore” e riferimenti a carattere emotivo-domestico che portano ad inaccettabili esiti di giustificazione o annacquamento semantico di un fenomeno strutturale come la violenza.

Chiediamo che tutto il sistema di comunicazione inizi a parlare del nuovo movimento femminista che si sta sviluppando in Italia e nel mondo, con precise rivendicazioni in termini di diritti sociali oltre che civili.

A pochi giorni dallo sciopero lotto marzo, in cui la RAI ha quasi del tutto oscurato le rivendicazioni di migliaia di donne e uomini, trasmissioni come questa hanno il gusto amaro della beffa e segnano un’ulteriore offesa alla dignità femminile e all’intelligenza maschile.

Rispediamo al mittente ogni forma di stereotipo, sperando di non dover essere noi a cominciare a rassegnarci a un altro stereotipo: la classe giornalistica inadeguata al ruolo che ricopre.