25 APRILE A MILANO: IN PIAZZA CON USB - ANTIFASCISTI SEMPRE!

Milano -

Nell'anno in cui la repressione di Stato ha ripreso vigore, il 25 aprile porta con se un'ulteriore ragione di Liberazione.

Partecipa con USB al 25 aprile di Milano:

h 08.00 presidio antifascista presso Cimitero Maggiore

h 14.00 Corteo con partenza da Palestro


IL 25 APRILE NELL'ANNO DELLA REPRESSIONE FATTA SISTEMA
Quest’anno ricorre il 72esimo Anniversario dalla Festa di Liberazione e ci chiediamo: cosa c’è da festeggiare? I diritti sociali e civili che i partigiani hanno consegnato alle future generazioni esistono ancora o ne resta solo l’involucro formale? Non dimentichiamo di aver scampato solo pochi mesi fa il pericolo della Controriforma Costituzionale, i cui rischi aleggiano ancora minacciosi.
Il 2017 è l’anno dei due Decreti Minniti, trasformati in legge a colpi di fiducia, sul decoro e sull'immigrazione. Leggi che trasformano la povertà e l’indigenza in una questione di ordine pubblico e sacrificano sull’altare della sicurezza e del decoro lo Stato di diritto e il principio di eguaglianza.   
Leggi che trasformano gli operatori sociali dei centri di accoglienza in poliziotti.
Leggi che danno  poteri di polizia ai Sindaci, che potranno imporre lavoro gratuito ai migranti e DASPO a tutti coloro che protestano per la mancanza di diritti sociali come trasporti, salute, casa e servizi allargando la grande “zona rossa” a stazioni, infrastrutture, aeroporti, porti, autostrade.  
Leggi che provano a mettere la museruola alle lotte e criminalizzano con un bel foglio di via chiunque osi dissentire e farsi sentire, magari con un presidio o un semplice volantinaggio.
Il decreto Minniti-Orlando per i migranti significherà  introdurre la “disuguaglianza” delle persone anche nei procedimenti giudiziari in base alla diversa provenienza geografica, negando ai soli profughi il diritto di ricorrere al Secondo Grado di giudizio, e che di fatto istituisce i giudici speciali, esplicitamente vietati dalla Costituzione.
L'Italia di oggi pare ispirarsi a principi e modalità che richiamano in modo inquietante e indegno l’Apartheid sudafricana: basti pensare alla ghettizzazione dei braccianti nelle campagne e al legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Il 2017 è l’anno dello psicoreato, per cui il Questore di Roma parla apertamente di verifica sui manifestanti  in base agli “orientamenti ideologici”: ecco allora che il 25 marzo decine di pullman da tutta Italia vengono fermati alle porte di Roma, oltre 150 persone vengono trattenute senza alcun fondamento giuridico dentro un centro di identificazione per non consentire loro di arrivare al Corteo Eurostop, corteo pesantemente provocato dalle forze dell’ordine che spezzandolo senza alcun motivo, volevano evidentemente arrivare allo scontro diretto coi manifestanti, che sono invece stati capaci di mantenere il controllo della situazione.
Ecco ancora che il 30 marzo la schedatura viene ripetuta nei confronti dei precari e delle precarie in sciopero per la stabilizzazione dei contratti, i cui pullman vengono nuovamente fermati alle porte di Roma.
Il 2017 è l’anno della repressione che si fa sistema a senso unico: denunce e fogli di via a pioggia per militanti, antifascisti, lavoratori in lotta o semplici cittadini solidali: basti l’esempio di Ventimiglia, dove un’ordinanza del Sindaco del PD  stabilisce che dare cibo è reato.
Il 2017 è  l’anno in cui, ancora una volta, i fascisti sono liberi di fare le loro parate con il beneplacito delle Istituzioni che a Milano consentono l’apologia di fascismo persino in un luogo sacro come il Cimitero.
È l’anno in cui  esplodono gli effetti del jobs act: operai che vanno a lavoro con il pannolino pur di non interrompere la catena di montaggio o in cui se si sviene sul posto di lavoro il caporale interviene e ti dice di non fermarti a soccorrere per non interrompere la produzione.
È l’anno dell’Alternanza Scuola-Lavoro per gli studenti, considerati bassa manovalanza da alfabetizzare al più presto al lavoro  gratuito per essere i perfetti e docili sfruttati del domani.
Il generalizzarsi degli effetti di politiche nazionali e dell’Unione Europea sta portando all’esplosione della povertà di massa, che non si limita più ai migranti o ai profughi ma che coinvolge milioni di lavoratori, pensionati, giovani, indotti dalla propaganda a vedere nei più deboli un capro espiatorio. La guerra tra poveri, sulla quale i venti del profitto e del razzismo speculano, si è letteralmente trasformata in guerra ai poveri.
I paradigmi emergenziali, securitari e in deroga allo Stato di diritto, inaugurati coi migranti - per i quali il lavoro gratuito è stato totalmente sdoganato -  stanno diventando la regola.
USB continuerà a denunciare ogni forma di fascismo, a partire dal fascismo di Stato, dal fascismo economico e dalle mercatocrazie Europee.
A Milano USB sarà in piazza il 25 aprile con un doppio appuntamento:
La mattina dalle h. 9 al Cimitero Maggiore, insieme a tutte le realtà  antifasciste che promuovono  e aderiscono a “porta un fiore al partigiano”.
Dalle 14 saremo in corteo da Porta Venezia assieme alle realtà di movimento, dei diritti all'abitare, dei migranti organizzati, di studenti, precari, lavoratrici e lavoratori in lotta e diremo forte e chiaro “nessuna persona è illegale”.
USB LOMBARDIA