LA MANIFESTAZIONE MILANESE PER LO SCIOPERO GENERALE DEL 10 NOVEMBRE: UN PERCORSO RICCO DI SIGNIFICATI

Milano -

Venerdì 10 novembre sarà sciopero generale e non può che essere così perché questi sono gli anni del lavoro precario, dei non lavori, del lavoro gratuito, alternato, col timer. Sono gli anni in cui i diritti conquistati diventano un “freno” allo sviluppo economico.

Sono gli anni delle contrapposizioni inventate tra giovani e anziani, migranti e italiani, pensionati e chi la pensione non la vedrà mai. Sono gli anni della negazione dei diritti, della repressione del conflitto, del sospetto costruito ad arte verso i migranti come arma di distrazione di massa. 

Anche a Milano noi di USB grideremo che tutto questo non ci sta bene e lo faremo con un percorso inedito, simbolico ed evocativo.

Dopo la partenza da Piazza V Giornate, passeremo davanti al Tribunale, per gridare che la repressione è uno dei nostri principali nemici. Chi pratica il conflitto viene zittito a colpi di DASPO e di impedimenti a raggiungere le piazze e di manifestare. Noi di USB abbiamo già pagato un prezzo salatissimo alle nuove leggi-Minniti.

Poi passeremo davanti alla sede di A2A, per svelare la verità sul falso mito che le privatizzazioni dei servizi pubblici avrebbero migliorato la nostra vita. In realtà abbiamo ottenuto solo peggioramento dei servizi, aumento dei costi per i cittadini, stipendi d’oro ai dirigenti, secondo la logica capitalistica del guadagno e non del servizio. USB non può che opporsi a tutto questo perché esistono diritti e servizi non negoziabili, di importanza strategica per la vita dello Stato che per questo deve mantenerne il controllo.

Quindi passeremo davanti a quella che è la biblioteca storica di Milano, la Sormani. Una Milano che oggi è città-simbolo dei diritti negati: ai lavoratori dipendenti del Comune, con l’aggressione al diritto di sciopero e di assemblea; ai cittadini stranieri ospitati – ma non accolti – nella nostra città, sempre più vittime delle politiche di una giunta della quale l’assessora alla sicurezza Rozza rappresenta la faccia più truce. Qui grideremo che i Milanesi hanno bisogno di servizi non di repressione.

Al passaggio dalla sede storica dell’Università degli studi di Milano, grideremo che le riforme degli ultimi vent’anni hanno indebolito il sistema di istruzione pubblico, dalla scuola dell’infanzia all’Università, permettendo ai privati di entrare nell’istruzione pubblica, tagliando fondi al sistema pubblico, portando la logica aziendale e di mercato nelle Università e nella scuola. Un sistema scolastico dove la Legge 107 sta sortendo effetti devastanti e portando ad una trasformazione antropologica inaccettabile. L’Alternanza Scuola Lavoro ne è l’esempio più devastante, perché educa i nostri studenti alla precarietà e al lavoro sottopagato.

In via Mascagni, un doveroso omaggio alla lapide di Alberto Brasili, vittima della violenza fascista, a ribadire il rifiuto di ogni forma di odio razziale e sociale.

Infine, il corteo si chiuderà davanti alla sede della Città Metropolitana, ente che non riesce a svolgere i compiti che furono della provincia. Ente sull’orlo del dissesto finanziario e che ha urgente necessità di fondi per manutenere le strade, le scuole e garantire tutti quei servizi, che nessuno si è preoccupato di definire da chi dovessero essere gestiti dopo la soppressione delle province.

Invitiamo tutti, le lavoratrici e i lavoratori, gli studenti, i migranti, i disoccupati, i senza casa, i precari, gli abitanti di questa città ad unirsi alla manifestazione, che partirà alle 10.30 da piazza Cinque Giornate.