RASSEGNA STAMPA DALLA REGIONE

Milano -

11 luglio 2006 - La Repubblica

Ausiliari della sosta in sciopero oggi e il 22

Milano - Scioperano oggi gli ausiliari della sosta e l´astensione dal lavoro, di tre ore per ogni turno, si ripeterà il 22. Le due giornate di agitazione sono state indette dal sindacato autonomo Cub Trasporti, nell´ambito della vertenza che contrappone gli ausiliari ad Atm. Il sindacato attacca l´azienda comunale, da cui dipendono gli ausiliari, accusandola di «esercitare sui lavoratori la massima pressione per indurli a sanzionare senza pietà gli automobilisti» e affermando di voler «ottenere condizioni di lavoro più dignitose».

11 luglio 2006 - Eco di Bergamo

Pochi vigili del fuoco, è allarme rosso
Nella Bergamasca un pompiere ogni 4.000 abitanti. La media nazionale è uno per 1.500 residenti
di Emanuele Biava

Uno ogni 4.000 abitanti. È il rapporto tra il numero dei vigili del fuoco presenti sul territorio e la popolazione bergamasca, un dato che contrasta con la media nazionale, che è di un vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti, e quella europea di un vigile ogni mille abitanti. A denunciare la carenza d'organico sono i sindacati dei vigili del fuoco bergamaschi (Cisl, Cgil, Uil e Rdb) che in questi giorni rinnovano il loro accorato appello ai cittadini, alle forze sociali e agli esponenti delle forze politiche bergamasche per porre fine a quella che definiscono una «cronica e disastrosa situazione di nanismo che da anni caratterizza il corpo dei vigili del fuoco».
Secondo le organizzazioni sindacali, da decenni ormai la crescita della popolazione bergamasca, che ha superato il milione di abitanti, non è stata seguita da un adeguato aumento dell'organico, che è fermo alle tabelle fissate dal ministero dell'Interno nel 1997, quando la provincia era molto diversa da quella di oggi. «Anche se la città di Bergamo ha dimensioni inferiori rispetto a Milano e Brescia - spiegano i sindacati - ha un numero di comuni elevato, con industrializzazione e densità abitativa molto alte. Senza contare i territori montani, anch'essi piuttosto estesi e popolati». Per avere un'idea della mole di lavoro che i vigili del fuoco devono gestire ogni anno e del progressivo aumento di questo lavoro basti pensare che i pompieri bergamaschi gestiscono circa 85.000 pratiche di prevenzione incendi, con un incremento medio di 6.000 nuove pratiche all'anno, e che sul nostro territorio ci sono circa 60 aziende ad alto rischio d'incendio. La provincia, dunque, cresce (è al decimo posto in Italia come densità di popolazione e al quinto per la presenza di industrie ad alto rischio), ma l'organico dei vigili del fuoco resta uguale.
«Il comando provinciale dei vigili del fuoco - sottolinea Roberto Prada, della Cisl - ha un organico totale di 248 unità, alle quali bisogna sottrarre, perché non effettuano servizio di soccorso sul territorio, le 88 unità del distaccamento dell'aeroporto di Orio al Serio : quindi rimangono 160 vigili del fuoco da distribuire su quattro turni. Tolti i volontari, sul territorio ci sono 40 vigili del fuoco effettivi per ogni turno, anzi 32 visto che bisogna togliere il 20% della carenza programmata, cioè il numero massimo degli assenti possibile ogni giorno». In particolare, nella sede centrale di Bergamo l'organico effettivo è di 20 vigili per ogni turno, a Clusone e Zogno 6 per turno, in aeroporto di 17 per turno, mentre a Dalmine , dove per ora non è previsto organico, vengono distaccati 3 vigili del fuoco per turno da Bergamo.
«A seguito del blocco dei concorsi pubblici - sottolineano i sindacati - sono poche la assunzioni per il comando di Bergamo, destinato a non avere un equo ricambio generazionale. A questo bisogna aggiungere che il 60% del personale di Bergamo viene da fuori provincia e in occasione della prima mobilità nazionale si avvicineranno alle proprie sedi portandosi dietro la loro professionalità».
Al centro delle preoccupazioni dei sindacati c'è anche il distaccamento di Dalmine, aperto di recente ma alle prese con le carenze d'organico, anche se il ministero ha autorizzato a impiegare in lavoro straordinario il personale per complessive mille ore: «Ore che finiranno però entro fine luglio: per questo chiediamo un potenziamento consistente dell'organico che possa assicurare uno standard minimo di servizio a Dalmine. Servono strumenti di assunzione più rapidi, come l'assunzione diretta, cioè evitando il concorso, dei precari, che da noi lavorano almeno 52.560 ore l'anno». Infine, sempre a proposito di Dalmine, la scuola di formazione dei vigili del fuoco, una realtà dalle grandi prospettive, ma anche in questo caso afflitta dalle carenze d'organico. «Manca un personale specifico per la scuola - sostengono i sindacati - e si devono distaccare da Bergamo due persone per turno». «Il nostro obiettivo - concludono - non è solo l'aumento dell'organico, ma anche la creazione di nuove opportunità per la sicurezza in provincia. Recentemente abbiamo preso contatti anche con esponenti locali del mondo politico, ai quali abbiamo presentato la situazione».

11 luglio 2006 - La Provincia Pavese

Maugeri, via alla vertenza sugli arretrati
Domani l’incontro fra i sindacati e i vertici della fondazione

MONTESCANO - Si apre il tavolo di conciliazione per la vertenza che coinvolge i dipendenti del centro di riabilitazione di Montescano della Fondazione Maugeri e la proprietà per quanto concerne la corresponsione degli arretrati del contratto nazionale.
La riunione è in programma per domani alle 9 in prefettura a Pavia. «La nostra richiesta - hanno evidenziato i rappresentanti delle organizzzazioni sindacali Cgil/Fp, RdB e Rsu - riguarda l’applicazione del contratto nazionale 2003-2005 ed in particolare del biennio economico 2004-2005, stipulato il 5 giugno del 2006. La risposta dell’amministrazione prima è stata di un saldo degli arretrati addirittura ad agosto 2007, poi corretta a luglio. E’ una posizione che non possiamo in alcun modo condividere ed accettare». «L’assemblea dei dipendenti del centro di riabilitazione di Montescano ha dichiarato lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e preannuncia forme di lotta che potranno anche mettere in discussione il normale funzionamento dei servizi. Sin d’ora ci scusiamo con i degenti - aggiungono i rappresentanti sindacali - ma non è più tollerabile il fatto che l’amministrazione, trincerandosi dietro questa chiusura, non riconosca quindi il ruolo fondamentale che la forza lavoro di questo centro altamente specializzato nella rieducazione, riesce a garantire».
«Siamo disposti a trattare, comunque, per risolvere la situazione entro il 2006», hanno affermato i rappresentanti sindacali. Il centro di riabilitazione di Montescano dispone di circa 400 posti letto e dà lavoro a circa 320 dipendenti del comparto non medico: «Si tratta di una realtà che rappresenta un centro leader nel campo della riabilitazione a livello nazionale», è un altro dei commenti di fonte sindacale. (p.r.)