GLI SFRATTATI CHIEDONO CASE, PALAZZO MARINO NON RISPONDE

Milano -

Migliaia di sfrattati, occupanti, inquilini delle case popolari di Milano hanno risposto ieri all’appello dei comitati di lotta per la casa di diversi quartieri, Asia-USB, Unione Inquilini, Cub, Slai Cobas. Il corteo, partito da piazza San Babila, è finito in Piazza Scala davanti a palazzo Marino sede del Comune. Dentro, asseragliati e protetti da decine di poliziotti e carabinieri, il sindaco e il consiglio comunale in seduta. Si vuole un incontro, inizia un’estenuate trattativa che finisce in nulla. Le richieste sono stop agli sgomberi, sanatoria per gli occupanti per necessità, assegnazione dei 9700 alloggi liberi, no alla vendita degli alloggi come vuole la legge Lupi. Notizia di oggi del Corriere della sera: delle 392 (su 9700) case consegnate ristrutturate all’Aler, alcune da anni, ben 126 non sono state ancora assegnate a chi ne ha diritto e aspetta da anni. Come mai così poche e alcune non ancora assegnate? Problemi di soldi e mal gestione da parte dell’Aler, risponde il Comune. Ma il Comune dov’era in questi anni? Cosa controllava? Adesso la gestione delle case comunali è passata a Metropolitana Milanese. Cosa c’entri e che competenze abbia non si sa, ma il Comune ci spera molto. Intanto arriva l’inverno, la richiesta è di 20.000 alloggi, il tempo passa e l’unica risposta sono sgomberi e celerini.