IKEA: La determinazione e la tenacia pagano anche in Ikea.

Vinto il ricorso contro il sotto inquadramento con pagamento degli arretrati

Milano -

Questa storia di ordinario sotto inquadramento è il paradigma del comportamento delle maggior parte aziende del commercio che, a parole sostengono la meritocrazia, ma nei fatti se ne guardano bene dal riconosce i relativi benefici ai lavoratori che la praticano.

Da molti anni un lavoratore di Ikea che ricopre mansioni e compiti di addetto al controllo qualità, anche al di fuori del punto vendita a cui è assegnato, addirittura con trasferte all' estero, è sotto inquadrato al 3° livello e quindi subisce un danno professionale ed economico.

Questa pratica non è isolata, al contrario la sua diffusione è parte della strategia aziendale.

Malgrado i tentativi del sindacato di risolvere il problema, Ikea ha continuato a sostenere di non dover procedere a rivalutare la posizione lavorativa e contrattuale del lavoratore, opponendo un vero proprio muro a qualsiasi tentativo di dare una risposta seria alle legittime aspirazioni del collega. Per questo, lo stesso, esausto decideva di rivolgersi allo sportello legale del sindacato USB per far valere le proprie ragioni.

Ci sono voluti quasi due anni e tanto coraggio per contrastare le ritorsioni della multinazionale dei diritti "fai da te", che non ha certo gradito il fatto di essere portata davanti al Giudice del lavoro.

La tenacia è stata, infine, premiata: la sentenza del Giudice ha disposto che il lavoratore venga inquadrato e retribuito contrattualmente per la sua reale prestazione, con tanto di pagamento degli arretrati.

Ikea, laboratorio di precarietà, è da tempo che gestisce il personale precorrendo quanto contenuto nella nuova riforma del lavoro, il famoso Jobs Act, ma ci auguriamo che questo stop così fermo della Magistratura serva da argine per il futuro.