AEROPORTI MILANESI: LA PRIVATIZZAZIONE ANNUNCIATA... E' GIA' ARRIVATA

Milano -

Il piano di privatizzazione degli aeroporti milanesi inizia a prendere corpo. Già da gennaio 2013 denunciavamo che la politica del Comune di Milano azionista di maggioranza di SEA spa, con la vendita di una quota importante di azioni al fondo per le infrastrutture F2I portava inevitabilmente, con il contributo della Unione Europea, alla chiusura di Sea Handling e alla nascita di Airport Handling e di seguito agli accordi sindacali del 4 e 6 giugno 2014.

Prossimamente, toccherà definitivamente a SEA spa l’essere PRIVATIZZATA, sempre per volontà del Comune di Milano e dei soliti speculatori opportunisti.

IL 28 settembre 2015 Airport Handling comunicava a tutte le organizzazioni sindacali l’ingresso, con l’acquisizione del 30% delle azioni, della società Dnata; il nuovo “socio e/o padrone” da subito esprimerà tre consiglieri su cinque che compongono il consiglio di amministrazione di Airport Handling, per poi esercitare, dopo 18 mes,i l’opzione per l’acquisizione di un’ulteriore 40% delle azioni,  portando  Dnata a possedere il 70% delle azioni di Airport Handling.

Qualcuno manifesta meraviglia per quanto sta accadendo: se pur in modo diverso, c’è chi sottolinea un’accelerazione del processo di privatizzazione, chi professa il sopruso con la privatizzazione, chi grida all’esclusione dai tavoli sindacali, anche dopo il referendum dei lavoratori di Sea Handling, dimenticandosi di dire ai propri associati  di aver calato le braghe a seguito degli affidamenti con del sindaco di Milano Pisapia.

Nel mezzo i lavoratori, che subiscono tutto il degrado sociale ed economico che le privatizzazioni generano. Non è vero che PRIVATO è la panacea di tutti i mali, la verità che il privato guarda solo al profitto, basti vedere cosa sta succedendo ai lavoratori di ATA Handling oggi in affitto, a cui stanno rubando tutto:il TFR, il posto di lavoro, il futuro!

Il PRIVATO sta portando il lavoratore alla sindrome di Stoccolma (la vittima si innamora del proprio carnefice) . E’ ora di uscire dalla fase di analisi e di passare ai fatti, con tutti coloro che VOGLIONO fare e dare vera battaglia, dentro e fuori il confine aziendale, contro il depauperamento del bene pubblico che va contro i lavoratori e i cittadini.