ARRESTATO MANTOVANI: SANITA' E MALAFFARE IN LOMBARDIA

Milano -

L'arresto di Mario Mantovani, vicepresidente della Giunta regionale lombarda ed ex assessore alla Sanità, mette definitivamente in luce l'insostenibile commistione tra la sanità lombarda e il malaffare: come denunciamo da anni! I lavoratori? Sempre più precari! I Servizi?: tagli scriteriati! L’arresto di Mantovani non è che la punta dell’iceberg. Ed è singolare e per certi versi straordinariamente simbolico che sia avvenuto proprio mentre si apprestava ad aprire i lavori alla Giornata della Legalità

E’ il sistema della sanità Lombarda il vero bancomat della politica e del malaffare. L’intreccio sempre più evidente e sempre più mortifero tra il sistema sanitario pubblico e quello privato è il vero problema di questa regione. Sempre maggiori risorse economiche vengono spostate verso la Sanità privata e i risultati sono tutti in questa colossale e inarrestabile bolla di corruzione che ormai è arrivata a coinvolgere la massima autorità regionale in tema di Sanità (che-particolare non secondario- è anche vicepresidente della Regione Lombardia!)

Da anni denunciamo questo stato di cose, sia in termini di politica generale che nei singoli ospedali dove quotidianamente assistiamo a uno stillicidio di piccoli e grandi episodi di corruzione, nepotismo, uso improprio dei fondi stanziati per il miglioramento delle strutture pubbliche. Questi erano i temi che evidenziammo il giorno che occupammo la Commissione Sanità della Regione Lombardia, il 14 maggio 2014. Non eravamo stati bravi profeti, perché stavolta la profezia era davvero facile!

Di questa amministrazione, non possiamo dimenticare: l’infinita sequenza di tagli ai servizi pubblici; i processi di esternalizzazione, autentiche operazione di trasferimento di risorse pubbliche a imprenditori privati ma soprattutto non dimentichiamo il trattamento riservato ai lavoratori della Sanità, sottoposti al blocco dei contratti e delle assunzioni, ormai stremati da turni sempre più massacranti  e con un’età media prossima ai cinquanta anni; così come la precarizzazione dei rapporti di lavoro: ormai migliaia di lavoratori della sanità sono gestiti da cooperative e agenzie interinali senza scrupoli, il cui unico interesse nella sanità è il profitto e che trovano terreno fertile in questa commistione scriteriata tra gli interessi inconciliabili della salute pubblica e della speculazione economica.

Lavoratori precari che vengono improvvisamente espulsi dalle aziende ospedaliere, magari dopo decine di anni di lavoro senza alcuna garanzia e senza che la Regione abbia trovato un sistema che tuteli questo enorme capitale di esperienza e professionalità. Come avvenne nel caso delle Madri della Crisi, le lavoratrici precarie con le quali occupammo per cento giorni il tetto del Policlinico, licenziate dopo essere state al servizio dell’ospedale anche per venti anni con contratti precari, passando da una cooperativa ad una agenzia interinale: un processo che ha impoverito le lavoratrici e arricchito chi ha speculato sul loro lavoro.

A tal proposito, rimarrà per sempre scolpita nella nostra memoria l’immagine di Mantovani che passa davanti alla Madri, incatenate sotto all’assessorato, e, gelato alla mano, non le degna nemmeno di uno sguardo. In questa immagine c’è una sintesi perfetta della situazione della sanità Lombarda, il cui interesse centrale non è più la salute dei cittadini e degli operatori che devono prendersene cura ma il profitto che ne può derivare per gli amministratori collusi e gli imprenditori conniventi.

 

USB Pubblico impiego Lombardia