Regione Lombardia, Sanità privata: audizione USB Lavoro Privato presso la III Commissione su carenza di personale

 

 

Milano -

In data odierna, una delegazione dell’USB Lavoro Privato, su propria richiesta, è stata audita presso la III Commissione Sanità di Regione Lombardia in merito alle carenze di organico nella sanità privata afferente al SSN/SSR.

L’USB, rimarcando la propria posizione ideologica sulla necessità di avere una “sanità pubblica e universale”, ritiene opportuno evidenziare, alla luce dell’attuale sistema pubblico/privato, la necessità di aprire una discussione su quanto non emerge mai, ovvero, che la sanità privata afferente al SSN è, in termini di dotazioni di organico, probabilmente più in crisi della sanità pubblica. Esiste questa “leggenda metropolitana” che vuole i sanitari “pubblici” migrare verso il privato: niente di più falso. Questo accadeva fino a non meno di 6 o 7 anni fa, ora il processo è chiaramente inverso. La verità è che Medici, Infermieri, OSS e operatori delle Professioni Sanitarie, lasciano le strutture private con Contratti Nazionali ben peggiori del già brutto CCNL di Sanità Pubblica (che si guadagni di più nelle cliniche private è un falso storico che va smentito con forza) per approdare nelle strutture Pubbliche in sostituzione di altri colleghi che, lasciano si le strutture pubbliche, ma solo per entrare a far parte di quel circolo vizioso che tanto male sta facendo al SSN e che si occupa di erogare prestazioni fuori dallo stesso in puro regime di solvenza, con contratti di consulenza onerosissimi o in regime di Libera Professione (paganti puri, coperture di fondi di sanità integrativa o sostitutiva). La palese difficoltà delle strutture in convenzione di erogare le prestazioni necessarie sta alimentando il mercato delle prestazioni a pagamento che sono in forte crescita. La verità è che chi abbandona la Sanità Pubblica e parte di quella privata convenzionata si immette nel mercato della salute puramente a pagamento.

Fatta questa doverosa premessa, la delegazione sindacale si focalizza sulle gravissime difficoltà in cui si trovano ad operare i lavoratori delle cliniche private che sono ben peggiori di quelle dei loro colleghi della sanità pubblica perché, mentre nella sanità pubblica esiste una sorta di automatismo della riduzione dell’attività, anche di ricovero, che deve essere compatibile con la capacita di erogare il servizio, nella sanità privata convenzionata, ad una riduzione degli organici, non venendo ridotta l’attività e l’erogazione delle prestazioni, non si fa che aumentare i carichi di lavoro e un aumento della permanenza          sul     posto  di        lavoro    che,                     nella quasi   totalità        dei     casi,   non     viene (illegittimamente) nemmeno retribuita perché le società impongono come esclusivo “compenso” il recupero delle ore in eccesso oltre l’orario medio settimanale, ore che non vengono quasi mai recuperate e che vanno ad aggiungersi alle ferie pregresse che non vengono accordate ai lavoratori che ne fanno richiesta proprio per la carenza di organico (si arriva facilmente ad avere centinaia di ore da recuperare tra ferie non usufruite e ore di lavoro “regalate”), tutto ciò ha pesanti ricadute sulla qualità dei servizi offerti nonché un crollo verticale in ordine di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dove i pochi casi accertati di stress da lavoro correlato non corrispondono minimamente alla realtà. Ecco spiegato il continuo abbandono delle Professioni Sanitarie e Mediche o il mancato orientamento verso di esse. Gli imprenditori della sanità privata si trovano così ad avere, a fronte di una piccola percentuale di minori entrate, un ben più alto risparmio sul costo del lavoro. Il sogno di ogni società di capitale: bassi costi fissi e incassi sicuri di soldi pubblici. A sostegno di questa posizione, la delegazione USB porta le conclusioni della comparazione dei bilanci di diversi grandi gruppi di Sanità Privata omogenei come volume di affari e numero di personale dipende.

L’USB evidenzia che il problema rimarrà tale nella misura in cui non si organizzeranno seri programmi di controllo da parte degli organismi competenti, al momento non funzionali alla risoluzione del problema, contestualmente chiede che i budget accordati vengano legati, o comunque subordinati oltre una certa misura, all’applicazione del CCNL Sanità Pubblica anche per le strutture private afferenti al SSN.

L’USB sostiene che il calcolo in termini di minutaggio da erogare per calcolare il fabbisogno di personale, sia un sistema divenuto oramai obsoleto e pericoloso che va sostituito con un’alternativa che renda decisamente più semplice calcolare gli operatori necessari per ogni determinato numero di pazienti ricoverati compatibilmente con le varie morbilità/comorbilità, attivare nel contempo dei meccanismi che rendano questa proporzione facile da controllare quando al vaglio di ispezioni e degli automatismi per renderla sempre costante (ad esempio meno personale, meno ricoveri), tutto ciò in attesa del momento in cui, si spera, la salute degli Italiani o di chi vive sul territorio Italiano, ritorni interamente sotto il diretto controllo pubblico.

Milano, 09 Gennaio 2024

USB Sanità privata