Otto Marzo: Scusate il disturbo (il problema di Milano è il tttraffico?)

Un'intervista a Pietro Cusimano sui disagi a Milano per lo sciopero dell'otto marzo

Milano -

Oggi, un giornalista del Corsera mi ha telefonato per avere alcuni chiarimenti in merito allo sciopero dell’otto marzo a Milano, circa le accuse che ATM (in modo più velato) e i sindacati confederali (temo più deliberatamente) hanno mosso al nostro sciopero.

 

CS: Cosa rispondete alle dichiarazioni di ATM e degli altri sindacati secondo cui malgrado allo sciopero non abbia aderito quasi nessuno tra i lavoratori ATM, i cittadini hanno avuto grossi disagi dovuti esclusivamente all’effetto del suo annuncio ?

 

USB: Innanzitutto ci teniamo a precisare che la natura dello sciopero dell’Otto Marzo è particolare. Infatti è evidente che l’USB mette a disposizione di Non Una di Meno, condividendone pienamente obiettivi e mezzi, uno strumento di lotta che altrimenti non sarebbe nelle loro disponibilità. E’ il secondo anno di questa esperienza che credo andrà avanti nel tempo in modo sempre più convinto e necessario.

E vengo alla sua domanda: innanzitutto uno sciopero nasce per creare un disservizio al fine di rendere visibili le ragioni che ne stanno alla base. Inoltre, la legge ci obbliga a comunicarlo alle aziende che operano nei servizi di pubblica utilità affinchè possano predisporre le fasce orarie di garanzia. Infine, non è mai possibile sapere in anticipo quant* lavoratrici e lavoratori aderiranno ad uno sciopero finchè questo non inizia.

 

CS: l’accusa degli altri sindacati è che voi avete creato un grande disagio, malgrado all’interno dell’ATM abbiate pochi iscritti e che non siete rappresentativi nel settore dei trasporti pubblici

 

USB: Innanzitutto la situazione dell’ATM di Milano non è uguale in altre città; a Roma, ad esempio, quando scioperiamo l’adesione è sempre molto alta. Poi, il fatto di essere rappresentativi non dipende solo dal numero di iscritti ma da quanto sei in grado di rappresentare i problemi di una categoria di lavoratori. Quindi è vero che in ATM abbiamo pochi iscritti ma questo non vuol dire che i nostri scioperi non possano riuscire.

 

CS: ma allora non sarebbe possibile annunciare ai cittadini che lo sciopero potrebbe non riuscire a causa della scarsa adesione dei lavoratori al sindacato che lo proclama?

 

USB: questo non è nemmeno pensabile! Sarebbe un suicidio e innaturale, soprattutto in una fase storica nella quale il diritto di sciopero è sotto attacco e si cerca ogni pretesto per depotenziarlo ulteriormente. Anche le accuse strumentali rispetto a quello dell’otto marzo vanno in questa direzione. Noi lottiamo sempre per mantenere efficace questo strumento che è uno degli ultimi rimasti ai lavoratori per far sentire la propria voce. E poi non dimentichiamo come il mondo del lavoro e quello dei suoi diritti più elementari siano oggetto di attacchi mirati e continui ormai da decenni. Il Jobs Act ne è un esempio concreto. Con che risultati è sotto gli occhi di tutti: meno salario, meno diritti! No, non ci stiamo. Lo sciopero non si tocca!