Uffici del Giudice di Pace a Milano: non siamo pedine da spostare a piacimento

USB interviene sulla difficile situazione degli uffici del Giudice di Pace di Milano.

Milano -

L'Ufficio, da sempre considerato la "Cenerentola" nel panorama giudiziario, è nuovamente utilizzato come pozzo da cui attingere personale per altri uffici. Questa è, infatti, la terza occasione in tre mesi in cui impiegati dell’ufficio del Giudice di Pace vengono utilizzati altrove per sopperire alle carenze organiche, senza considerare le necessità della struttura di appartenenza che versa, di per sé, in condizioni di grave disagio.

I dipendenti, per nulla valorizzati o incentivati, nonostante le già gravose condizioni in cui si trovano costretti ad operare, si sentono vere e proprie prede nel Far West in cui si stanno trasformando da tempo gli Uffici Giudiziari dell'intero paese.

USB denuncia, inascoltata, ormai da decenni la necessità di una vera e razionale politica di valorizzazione del personale, con assunzioni e investimenti come unico rimedio alle problematiche dei lavoratori trattati come pedine da spostare secondo le necessità ritenute più impellenti e dei cittadini che, a causa di queste carenze di organico, vedono calpestato il diritto ad una giustizia veloce.

È di fondamentale importanza ricordare che il blocco delle assunzioni rientra in un progetto politico-economico che in Italia è stato, con mano lesta e destra, inserito nella Costituzione della Repubblica all’articolo 81 (pareggio di bilancio), in base al quale tutte le Pubbliche Amministrazioni vivono una forte riduzione di personale con conseguenti danni alla cittadinanza.

USB invita i lavoratori della Giustizia e i cittadini a sottoscrivere la Legge di Iniziativa Popolare per l’abolizione dell’Art. 81 e l’indizione di un referendum consultivo sui trattati europei che questo e altri vincoli di smantellamento dello Stato Sociale stanno favorendo.