INCREDIBILE A MILANO! COLPEVOLE DI OMICIDIO E DI DANNI ALL'IMMAGINE DI EXPO

Milano -

Che questa nella quale viviamo fosse la società dell’apparenza lo abbiamo purtroppo capito da tempo, ma che tra le motivazioni di una sentenza di omicidio fosse accertato anche un danno d’immagine, proprio non se lo saremmo mai immaginato (scusate il facile gioco di parole). E’ accaduto alla seconda corte d’assise d’appello di Milano. Imputato Adam Kabobo che l’11 marzo del 2013 uccise, in un impeto di follia tre persone incrociate per caso in strada. Al di là della tragedia e della sentenza (20 anni di carcere e tre di casa di cura), emerge nelle motivazioni il danno di immagine per il Comune (parte civile) perché l’omicidio avrebbe procurato “l’azzeramento degli effetti auspicati in conseguenza della costosa attività di promozione dell’immagine della città” in vista di Expo. Se ne deduce che se Expo avrà pochi visitatori sarà tutta colpa di Kabobo. Che, da sentenza, dovrà rimborsare il Comune. Con che soldi non si sa, ma è il principio che conta. Chissà se nelle sentenze, se e quando ci si arriverà, contro corruttori, corrotti, mafiosi, malversatori implicati nell’assalto a Expo ci sarà anche l’accusa, in questo caso più che giustificata, di danno all’immagine dell’Italia, di Milano e della sua esposizione?

La sentenza però è un pericoloso passo avanti alle motivazioni del tribunale del riesame di Torino che nel 2014 confermò il carcere per quattro militanti No Tav perché, oltre che di terrorismo (accusa poi caduta in tribunale), colpevoli di arrecare danni all’immagine internazionale dell’Italia. A questo punto tutto è chiaro: Expo o non Expo, qualsiasi cosa si faccia: scioperare, parcheggiare in sosta vietata, sculacciare il figlio birichino, perdere lo scontrino fiscale, fumare in ascensore, c’è il pericolo di venire accusati di sporcare la bella faccia della nostra nazione. Nota al mondo per come tiene da conto i mosaici di Pompei, per il permesso al transito delle grandi navi davanti alla Giudecca a Venezia, per il mantenimento degli ecomostri che imbellettano lo skyline delle nostre coste. Chissà se si troverà mai un giudice che denunci per danno d’immagine il governo per come tratta le bellezze artistiche, archeologica e naturali del nostre Paese? Alle quali noi lavoratori teniamo invece molto.