4 dicembre: il NO DRAGHI DAY a Milano
Ancora una volta il Governo Draghi, con l’abile regia della Ue ed in perfetta sintonia con Confindustria e più in generale con chi detiene il potere economico in questo paese, scatena l’ennesimo assalto alle condizioni di vita di ampi settori di popolazione, già in enormi difficoltà in questi anni, con il chiaro obiettivo di sostenere e garantire sempre più gli interessi dei ceti dominanti. È sotto gli occhi di tutti che grosse fette di popolazioni non vivono e non possono vivere una vita dignitosa, appare evidente, se si considerano il rincaro delle bollette di luce e gas, il carovita sempre più insostenibile, i salari dei lavoratori bloccati da anni insieme ai rispettivi contratti di lavoro mai rinnovati, le pensioni anch’esse ferme e spesso inique, con le nuove generazioni a cui si riservano, per la maggior parte, lavori precari, part time, mal pagati, spesso con l’unica certezza di contratti a tempo determinato. A tutto ciò si aggiungano gli ultimi provvedimenti legislativi che decretano il ritorno in pompa magna del sistema pensionistico Fornero e, come se non bastasse, la revisione del Reddito di Cittadinanza, trasformato in un vero e proprio ricatto che costringe ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pena la perdita del reddito stesso.
Va ricordato che l’elenco dei tanti torti subiti dai settori popolari della popolazione in questi mesi ha comprende anche l’incudine sempre pendente dello sblocco dei licenziamenti, cosi come quella degli sfratti, che per migliaia di famiglia possono significare la disperazione
A tutto ciò, il Governo Draghi , invece di rispondere alle necessità di milioni di cittadini come meriterebbe un Paese che si dichiara essere democratico, opera scelte scelte dettate dalle condizioni imposte dalla Ue laddove i soldi, i 192 miliardi di euro derivanti dal PNRR (2/3 dati in prestito, quindi con la clausola della restituzione) stanziati per l’Italia, hanno come indirizzo già deciso la riorganizzazione ed il finanziamento delle grandi imprese.
Non bastasse tutto questo, la Sanità Pubblica che, come evidenziato dagli ultimi 2 anni di pandemia, ha subito progressivamente tagli su tagli, al punto tale che la Sanità Privata raggiunge il 50% su scala regionale e poco meno su quella nazionale, invece di essere riorganizzata, rafforzata ( la medicina territoriale, giusto per fare un esempio, è stata sempre più smantellata) con l’assunzione doverosa e necessaria di migliaia di medici ed infermieri, viene nella Regione Lombardia sottoposta nuovamente alle logiche che bene conosciamo, dai tempi di Formigoni e Maroni, con l’avvio di una riforma che spinge ancora di più sulla sanità privata, impoverendo ulteriormente e smantellando la sanità pubblica e soprattutto quei presidi territoriali che tanto sarebbero serviti in fase pandemica, a partire dai medici di famiglia.
Le Organizzazioni Sindacali conflittuali che hanno proclamato lo sciopero dell’11 ottobre, nella consapevolezza che nonostante la sua buona riuscita, serve ampliare sempre più la partecipazione al fronte di lotta apertosi, si sono impegnate a realizzare per sabato 4 dicembre una giornata di protesta nazionale, denominata “NO Draghi Day” organizzando a Milano un corteo che partirà alle ore 15.00 da Piazza Città di Lombardia, sede dell’Amministrazione Regionale che proprio in questi giorni ha riformato il sistema sanitario, andando verso un’ulteriore privatizzazione, esattamente l’opposto di ciò che l’esito della pandemia ha indicato chiaramente, ovvero rimettere la salute, e non il profitto, al centro della Sanità.