ACI: no alla privatizzazione del servizio!
La nuova versione del decreto legislativo che prevede il rilascio del documento unico dell’automobilista non sembra migliorata, anzi sembra introdurre ulteriori elementi negativi a partire dall’eventuale archivio unico.
Nel ribadire la sostanziale differenza tra i due archivi oggi esistenti, che non sono assolutamente uno il doppione dell’altro
DENUNCIAMO
- i rischi di una riforma che NON PORTERA’ ALCUN RISPARMIO AL CITTADINO che invece dovrà fare i conti con il TAGLIO DI SERVIZI e il COSTO SOCIALE DELLA PERDITA DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO (a partire dai 600 lavoratori privati di ACI INFORMATICA, azienda modello nel panorama della pubblica amministrazione ma i cui lavoratori hanno un contratto privato ai quasi 3000 lavoratori di ACI, dipendenti pubblici il cui stipendio è pagato interamente da ACI che non riceve un euro dallo Stato)
- l’atteggiamento di pervicace chiusura alle istanze dei lavoratori del Ministero dei Trasporti che, nonostante la richiesta avanzata da tempo, non ha mai incontrato USB, convocando invece CGIL-CISL-UIL
- che questa decreto sia di fatto un taglio ai servizi della pubblica amministrazione per aprire le porte al mondo del privato
- il fatto che nello stesso decreto sia previsto che i rappresentanti dell’associazione di categoria delle agenzia private (cioè quelli che sulle pratiche auto ci fanno affari) discuteranno al pari con la Pubblica Amministrazione su quale dovrà essere la tariffa unica che per legge il cittadino dovrà pagare e forse financo a chi dovrà essere versata. Ricordiamo che da sempre sostengono che la tariffa dovuta per il servizio pubblico che ACI svolge (e con i quali paga tenuta dell’archivio pubblico, struttura e lavoratori) dovrebbe invece essere di loro pertinenza.
Con l’impoverimento e la conseguente chiusura di ACI si chiude l’unico sportello pubblico che funziona e non saranno più attivi servizi di eccellenza come il servizio pratiche a domicilio per i cittadini disabili, l’educazione stradale gratuita nelle scuole, lo sportello con la possibilità di pagamento diretto in contanti o con moneta elettronica senza dover fare più giri all’ufficio postale.
I cittadini saranno di fatto costretti a rivolgersi alle agenzie private (le stesse i cui rappresentanti sono chiamati a decidere la tariffa unica) spendendo in media 100 euro in più a pratica.
Per denunciare la perdita di servizi e di posti di lavoro - conseguentemente allo stato di agitazione proclamato già da febbraio - USB ACI ha indetto a partire da lunedì 22 maggio una serie di assemblee consecutive. Assemblee che hanno lo scopo di denunciare quello che sta succedendo, anche informando i cittadini sui servizi che saranno loro sottratti e sul rischio concreto di perdita di posti di lavoro.
USB si oppone a tale provvedimento, e chiede interventi che creino reali risparmi di spesa per lo Stato, con miglioramenti del processo a vantaggio del cittadino, si oppone fermamente alla privatizzazione del servizio per tutelare tutti cittadini e i lavoratori, anche in considerazione del fatto che l’ente a cui appartengono non è fra le amministrazioni e gli organismi facenti parte del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni in ragione dell’autonomia finanziaria dell’ente stesso.
A Milano ci troverai da lunedì a giovedì dalle 10.30 alle 12.30 a volantinare davanti alla sede della Direzione Territoriale ACI, via Durando 38.
Chiediamo a tutti - cittadini e organi di stampa - di aiutarci a portare l’attenzione su questa vicenda.