ALTRO CHE NUTRIAMO IL PIANETA, CHI LAVORERA' PER EXPO FARA' LA FAME

Milano -

Archiviata la pratica della costruzione dell’Expo con qualche decina di funzionari pubblici e dirigenti d’azienda in galera per corruzione e avviata quella per il dopo Expo nella stessa e ben collaudata linea di condotta, si apre adesso il capitolo di chi ci andrà a lavorare in quel bel posto. In sostanza, lavoro sottopagato, precario, gratuito. Con la firma convinta di Cgil, Cisl e Uil che il 23 luglio del 2014 hanno siglato un accordo con il Comune di Milano e Expo 2015. Si torna così indietro di più di 200 anni quando erano la norma schiavitù, servitù della gleba e corvé, cioè in tutto o in parte lavoro gratuito. Oggi, almeno dal punto di vista giuridico, la vendita della propria forza lavoro è invece libera e quindi pagata. Sarà il frutto della modernità, dell’era digitale, di internet che scompaginano vecchie abitudini e modi di rapportarsi tra le persone e le cose. Fatto sta che, a fronte di 800 lavoratori assunti a termine (perbacco!), verranno utilizzati 18.500 volontari per far funzionare Expo 2015, un’azienda che, almeno nelle intenzioni degli organizzatori, dovrebbe dare profitti. Tutto illegale, anche se all’interno di un contratto. Ma entriamo nei particolari. Degli 800 precari, 340 saranno a contratto apprendistato con salario iniziale di due livelli sotto quanto prevede il contratto nazionale del terziario e dovranno avere meno di 29 anni. Altri 300 avranno contratti a tempo determinato e un tot dovranno essere ricercati tra disoccupati o persone in mobilità. A questi si devono aggiungere 195 stagisti che prenderanno 516 euro al mese. In più vanno sommati 5.000 figure professionali, selezionati da ManpowerGroup, che andranno a lavorare nei diversi padiglioni con contratti interinali, d’apprendistato, a tempo determinato, pagati al minimo, 700-800 euro al mese. A loro si chiede iniziativa, capacità di lavorare in gruppo, determinazione, conoscenza delle lingue (specie inglese, tedesco e spagnolo, meglio ancora cinese, arabo e russo), ottime capacità relazionali e di gestione dello stress e disponibilità a lavorare sabato, domenica, festività e a turni. Sapete in che razza di lavori professionali saranno impiegati? In prevalenza saranno cassieri, aiuto cuochi, baristi! Sommando tutto a Expo 2015 verranno impiegati 25.000 lavoratori. E pensare che l’Università Bocconi qualche anno fa stimava richieste di lavoro, dal 2012 al 2020, per 191.000 persone, 30.000 per preparare l’evento, 67.000 nei sei mesi di Expo. Ma oggi è di moda il famoso “modello Expo”: quello delle aree acquistate dai privati invece che utilizzare quelle demaniali, quello dei padiglioni che non saranno costruiti per tempo, quello delle strade d’accesso che vedranno la luce ben oltre l’apertura, quello della corruzione imperante e degli appalti senza gara. Quello infine che ha precorso il Jobs act e il piano Garanzia giovani del governo Renzi dove la precarietà diventa norma, non è più atipica. Anzi il contratto Expo-Comune-Cgil-Cisl-Uil lo supera con la istituzionalizzazione del lavoro gratuito. Confronto a questa sinistra Berlusconi era un dilettante.

 

PS. USB non sta e non starà con le mani in mano: combatte e combatterà questo modello con tutte le sue forze. In gioco c'è la vita dei lavoratori e delle loro famiglie.