ATS MILANO: QUANDO CHIUDERE LE STRUTTURE SANITARIE SIGNIFICA CHIUDERE I DIRITTI DI CITTADINI E LAVORATORI
Triste Paese quello in cui le persone sono costrette a “scegliere” se morire lavorando o morire per mancanza di lavoro; in cui al crescere degli indicatori di salute per alcuni, corrisponde l’impossibilità di curarsi per un numero crescente di persone; in cui i parcheggi dei centri commerciali sono gratuiti, mentre quelli degli ospedali costano, ormai, quasi quanto le stesse prestazioni sanitarie; in cui i supermercati restano aperti 24 ore al giorno, sette giorni su sette, e le aziende sanitarie chiudono le proprie strutture in giornate lavorative, per decisione di amministrazioni sanitarie prone alle strategie portate avanti da politici regionali privi di scrupoli sensibilità verso la salute, al fine di completare la devastazione della sanità pubblica, in atto sistematicamente da almeno due decenni.
Dopo una scriteriata e strampalata sperimentazione, durante la quale una goffa altalena di conferme e smentite ha portato alla desertificazione di servizi sanitari in giornate pienamente lavorative, la Direzione dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano ha stabilito che nel corso dell’anno 2020 i servizi sanitari da quest’ultima gestiti resteranno chiusi per ben dieci giorni che sono lavorativi per il resto del mondo!
Con la riforma dell’Agosto 2015 Regione Lombardia ha sostanzialmente svuotato di operatività le vecchie ASL (non a caso la nuova entità si definisce “agenzia” –“impresa intermediaria di affari”, secondo il Dizionario Zingarelli della Lingua Italiana – e non più “azienda” sanitaria), sebbene a queste continuino ad afferire compiti di prevenzione, di vigilanza e controllo negli ambienti di vita e di lavoro, di gestione della medicina di base e della guardia medica, nonché di controllo sulle strutture socio-sanitarie accreditate! E non è concepibile che in giornate lavorative per la quasi totalità dei lavoratori e di piena operatività per il resto della popolazione afferente (tre milioni e mezzo di utenti!), un presidio preposto a garantire loro salute e sicurezza possa permettersi di eclissarsi e chiudere completamente.
L’ATS Milano giustifica l’assurdo comportamento sostenendo di garantire le emergenze attraverso un (sempre più precario) sistema di reperibilità per le emergenze, come avviene, d’altra parte, tutte le notti e tutti i giorni festivi dell’anno. Ma non di questo si tratta, bensì di dare la possibilità ai cittadini di rivolgersi ai servizi dell’ATS, anche e soprattutto in giorni in cui, magari, non necessitano di permessi dal lavoro o di ferie per fruire di servizi sanitari!
A fronte di tutto ciò, le organizzazioni sindacali presenti ai tavoli di trattativa aziendali, quando non “plaudono” all’iniziativa di chiusura, di sicuro non commentano e non trovano nulla da dire a tutela della dignità dell’ATS, dei suoi operatori (perché ben 10 giorni di ferie d’ufficio?) e della salute dei cittadini!
L’Unione Sindacale di Base, sempre attenta ad individuare e contrastare qualsiasi iniziativa tendente ad allontanare i cittadini dal Servizio Pubblico, invita la Direzione ATS Milano a rivedere questa posizione scelta incomprensibile e lesiva di diritti di lavoratrici, lavoratori e cittadini e a ripristinare l’attività, seppure comprensibilmente ridotta, a beneficio di operatori e cittadini, nei giorni maldestramente individuati per la chiusura, al limite (se non oltre) dell’interruzione di pubblico servizio.