COME LA CRI PRIVATIZZATA STA SPRECANDO MONTAGNE DI DENARO PUBBLICO E - SOPRATTUTTO! - STA BUTTANDO VIA LA PROFESSIONALITÀ DEI SUOI SOCCORRITORI.
IN UN CASO E NELL'ALTRO CHI PAGA È SEMPRE IL CITTADINO.
La vicenda della riorganizzazione della Croce Rossa Italiana prende avvio dal decreto 178/2012. Con il Decreto in questione si attua, a partire dal 1° gennaio 2014, uno sdoppiamento della Croce Rossa che si scinde in Associazione di volontariato (di natura privata) da un lato, ed “Ente strumentale alla Croce Rossa Italiana” (avente natura giuridica di ente pubblico) dall’altro. A seguito della sua progressiva applicazione tutto il personale dipendente è stato posto davanti ad una scelta: continuare a svolgere gli abituali compiti aderendo al nuovo contratto ANPAS (peggiorativo dal punto di vista economico e non garante di una stabilità lavorativa) oppure rimanere nel pubblico con automatico trasferimento presso i comitati regionali. In Lombardia il processo di trasferimento ha interessato, al momento, circa 200 autisti soccorritori, tolti dalle ambulanze sulle quali avevano svolto per diversi lustri il servizio di emergenza sanitaria e destinati ad un improbabile servizio di pattugliamento appiedato di alcune aree della città di Milano. Risultato: il decreto che mirava a razionalizzare la spesa ha generato uno sperpero che si concretizza nel mancato utilizzo del personale esperto (pagato con soldi pubblici) e nell'assunzione di nuovo personale destinato a sostituire questi ultimi ma i cui costi sono rimborsati dalla Regione in virtù delle convenzioni stipulate con le nuove APS CRI. (fin qui mirco)
Ieri, 12 luglio, una delegazione di operatori CRI ha incontrato il Premier Renzi (a Milano per incontrare il Sindaco Sala), convinto si trattasse di volontari e non di dipendenti. Quando i Lavoratori hanno esposto la situazione della CRI e il loro gravissimo disagio, il Primo Ministro li ha liquidati con un frettoloso quanto vago “Me ne occuperò”.
Conosciamo bene gli esiti di risposte di questo genere, dati i risultati disastrosi delle politiche di questo Governo, ma ci possiamo solo augurare che, per una volta, il Primo Ministro metta davvero l’Esecutivo al lavoro per ripristinare innanzitutto il diritto al Lavoro e alla tutela della Salute, e quindi per eliminare gli sprechi economici che gravano sulle tasche dei cittadini.