[DGMC] INTERVENTO della USB PI Giustizia presso la Commissione Speciale Situazione Carceraria in Lombardia

In allegato l'INTERVENTO della USB PI Giustizia presso la Commissione Speciale Situazione Carceraria in Lombardia.

Per la USB PI la situazione è drammatica e ci interessa sottolineare le drammatiche carenze di organico degli amministrativi e degli uffici penitenziari e dell'esecuzione penale esterna, che inducono l'amministrazione ad usare il personale di polizia penitenziaria molte volte per lavori di segreteria o di tipo amministrativo/contabile. PURTROPPO all’interno delle carceri vi è una sofferenza speculare: chi è dentro al carcere per scontare la sua pena e chi lavora con loro.

La grave carenza di personale negli uffici UEPE dove gli assistenti sociali devono seguire molti casi riduce l'efficacia dell'azione di recupero.

 

Milano -

Premetto che il nostro intervento, molto probabilmente ripercorrendo dati ed analisi oramai sviscerate già da questa Commissione nelle audizioni dei Direttori degli Istituti Penitenziari della Lombardia e dei Rappresentanti della Polizia Penitenziaria, rischierà di apparire ripetitivo….però lasciatelo dire anche a noi che la situazione carceraria lombarda è tra le più critiche sul territorio nazionale;

che se al 30 settembre 2018 gli ospiti dei 18 istituti lombardi erano 8439 (di cui 462 donne e 3648 gli stranieri, il 43% del totale) - con un aumento dell’1,5% rispetto al 2017 e del 6,5 rispetto al 2016- rispetto alla capienza regolamentare degli istituti penitenziari lombardi di 6226 posti. Dato che corrisponde ad un 35% in più rispetto al sovraffollamento medio, a livello nazionale, che si ferma al 16%!

...basti pensare ai dati Como 454 a fronte di 231 (96% in più) posti regolamentari e Lodi, con numeri più bassi dovuti alla struttura più piccola, ma dove a fronte di 45 posti ce ne sono 86! Salvo le eccezioni di Sondrio (11%), Cremona (14)e Bollate….

Si tratta oramai di una situazione insostenibile, che genera problemi:

di sicurezza e di incolumità per gli ospiti delle carceri e per il personale e di una insufficiente tutela sanitaria. Ci preme evidenziare che il diritto alla salute deve essere al centro di questo dibattito; diritto direttamente legato alle condizioni della detenzione che non devono condurre ad una soglia che rasenti il trattamento disumano, che non tenga in debito conto le condizioni di fragilità dei singoli ...ricordiamo l’elevato numero di suicidi nelle carceri, tra gli ospiti, ma anche tra il personale penitenziario.

Non ultimo il problema della sicurezza che impatta con la realtà di strutture fatiscenti, che avrebbero bisogno di interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, a volte con la risoluzione di problemi strutturali legati agli stessi fabbricati.

In questa sede, però, a noi interessa anche e soprattutto sottolineare le drammatiche carenze di organico degli amministrativi e dei penitenziari che molte volte vengono utilizzati per lavori di segreteria o di tipo amministrativo/contabile…qualche numero: a Lodi il personale della polizia penitenziaria si presentava nel 2018 con 37 unità presenti su 51 previste, Pavia 249 su 285; Vigevano 149 su 265…sono numeri da capogiro che fotografano una situazione insostenibile da brivido…

E’ dunque necessario richiedere:

sempre e con forza nuove assunzioni, che almeno tendano a colmare il vuoto creatosi tra le fila dei lavoratori, provocato dall’ormai ultraquindicinale blocco del turn-over. Situazione che accomuna questo settore a tutto il resto della Pubblica Amministrazione, che sconta anni di politiche orientate di fatto al suo smantellamento, attraverso l’esternalizzazione dei servizi e le privatizzazioni “selvagge”, che hanno paralizzato la PA nella capacità di offrire servizi efficienti al cittadino. Erogazione che, ad oggi, è assicurata solo grazie alla professionalità ed allo spirito di sacrificio dei dipendenti, che ricordiamo (nel Ministero della Giustizia) hanno un’età media che supera i 53 anni!!

una formazione professionale specifica ed un aggiornamento continuo del personale che, ad esempio, tenga in debita considerazione la consistente percentuale di ospiti stranieri negli istituti…

un intervento che tenda a sconfiggere tutte quelle patologie lamentate dai lavoratori penitenziari ed amministrativi, correlati allo stress da lavoro cui sono quotidianamente esposti.

Non dimentichiamo che all’interno delle carceri s’intravede una sofferenza speculare, di chi è dentro al carcere per scontare la sua pena e di chi lavora con loro.

Mi preme inoltre affrontare il problema carcerario, da un’altra prospettiva ancora, che investe i lavoratori dell’Esecuzione Penale Esterna - Uepe della Lombardia ed in particolare dell’Ufficio di Milano.

Uffici che si trovano in grossa sofferenza e che si interfacciano con il mondo carcerario lombardo, poiché collaborano con gli istituti di pena nelle osservazioni dei detenuti che devono effettuare un programma intramurario ed eventuali programmi extramurari.

Gli Uepe erano collocati all’interno del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria e dal 2015 sono confluiti nel nuovo dipartimento della Giustizia Minorile e Comunità del Ministero della Giustizia.

La cronica carenza di personale appartenente a tutte le figure professionali (assistenti sociali, amministrativi e contabili, penitenziari) e le gravose ed impegnative competenze che, negli ultimi anni, le nuove normative hanno attribuito a questi uffici hanno determinato un raddoppio dei carichi di lavori. Gli UEPE di Milano, Pavia, Brescia, Como, Mantova e le sedi distaccate di Varese e Bergamo (dati relativi al primo semestre 2017) hanno gestito circa 13.500 casi con 94 assistenti sociali (part-time e a tempo pieno), mentre solo l’Ufficio UEPE di Milano contava 40 assistenti sociali (part-time, a tempo pieno, esperti a convenzione) ne hanno gestito 5500 casi, di cui 3500 misure alternative, oltre 500 attività di consulenza e trattamento svolte su richiesta dei Tribunali di Sorveglianza e degli Istituti Penitenziari, …nel 2017, ogni funzionario di servizio sociale ha avuto in carico in media 160 casi che, all’attualità, sono diventati più di 170. Dati che risultano in aumento dalle rilevazioni effettuate sugli uffici di tutta Italia al 15.01.2019: 6417 per l’Ufficio di Milano; 16.450 per tutta la Lombardia; dato complessivo nazionale 94.537.

Questa O.S. chiede degli interventi concreti ed urgenti, con un piano di investimenti e di interventi strutturali ed organici per porre subito rimedio ad una situazione che oramai si è talmente aggravata che se non affrontata con urgenza, sarà irreversibilmente compromessa, così come il percorso di cambiamento che dovrebbe avvicinare il sistema carcerario, anche e soprattutto attraverso il sistema dell’Esecuzione Penale Esterna, ai modelli europei più evoluti. Non dimentichiamo che l’accesso alle misure alternative al carcere per diminuire il sovraffollamento carcerario e rendere più umana e sostenibile la presenza dei detenuti, è stata pretesa dall’Europa che ha condannato l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani, con ricadute economiche che toccano l’intera collettività.

Si ringrazia la Commissione per l’attenzione dedicata a questi temi e per aver voluto il confronto odierno con le qui presenti Organizzazioni Sindacali, con l’auspicio che grazie ad un’azione sinergica si possa dare risposte concrete a tutti problemi del mondo carcerario di questa regione.

Per il Coordinamento Regionale Giustizia USB

Barbara Tarno

PS: Questa O.S. aggiunge inoltre un suggerimento per la Commissione: a valle delle audizioni dei Direttori degli Istituti Penitenziari, dei lavoratori penitenziari e delle comparse sigle sindacali, di prendere in considerazione un’audizione anche dei Responsabili degli Uffici dell’Esecuzione Penale Esterna della Lombardia, al fine di ricevere ulteriori indicazioni utili al dibattito.