DOMANI, SCIOPERO GENERALE! A MILANO MANIFESTAZIONE IN PIAZZA SAN BABILA ORE 9,30. LEGGI IL VOLANTONE NAZIONALE
I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri! E’ il risultato di anni di licenziamenti, disoccupazione, precarietà, diminuzione dei diritti, privatizzazioni, taglio delle pensioni, aumento delle tasse. Ma ancora non sono sazi: il governo Renzi vuole togliere i residui diritti dell’articolo 18, imporre un contratto di prova lunghissimo, mettere in busta paga il Tfr (soldi nostri) al posto del rinnovo dei contratti, bloccare all’infinito il contratto degli statali, svendere aziende pubbliche efficienti, tagliare fondi alla scuola e alla sanità privatizzandole sempre più, dequalificare l’Inps e favorire i fondi pensione. Questo è il jobs act, questa è la riforma del lavoro, questo è il senso del Testo unico sulla rappresentanza. Che si aggiunge alla riscrittura della costituzione, alla riforma del Senato. E il bello è che è il frutto di un governo cosiddetto “di sinistra”. Ma è il frutto di una lunga, lunghissima, sequela di governi, da Prodi, a Berlusconi, a D’Alema, a Monti, a Letta fino a Renzi. In un crescendo di leggi contro il lavoro e i suoi diritti, a favore degli imprenditori e contro i lavoratori. Senza distinzioni tra governi di destra e sinistra. Con la complicità di sindacati come Cgil, Cisl e Uil, sempre piegati al volere di lor signori, mai propensi alla lotta ma alla mediazione sempre verso il basso. E non è un problema solo di Camusso, Bonanni e Angeletti. Sono i loro rappresentanti nelle fabbriche, nelle aziende, in ogni luogo di lavoro che hanno la stessa mentalità remissiva, gli stessi comportamenti complici delle direzioni. Tutti uniti e sempre contro chi invece si ribella, lotta, resiste.
Per tutte queste ragioni USB - assieme a Or.S.A. e Cib Unicobas - ha proclamato per il 24 ottobre 24 ore di sciopero generale. Per tenere alta la testa di chi lavora, per difendere i diritti di chi lavora, per dare lavoro ai giovani disoccupati ma anche a quelli espulsi dalle aziende a 40-50 anni, per investimenti produttivi, per la ricerca, per una pensione decente, per una sanità efficiente. Contro la corruzione e l’evasione fiscale.