FORTE E COMBATTIVA MOBILITAZIONE DEI DIPENDENTI DELLA CROCE ROSSA MILANESE PER FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE

Milano -

“La legge 178 va abolita”: questo lo slogan più incisivo gridato da più di un centinaio di  dipendenti della Croce Rossa di Milano che questa mattina si sono trovati prima in assemblea nella sede di via Pucci, poi in presidio sotto i vicini uffici Rai. Decisamente originale la conduzione dell’assemblea organizzata da USB e Fials. Per spiegare le ragioni dell’opposizione alla legge che privatizza il servizio di soccorso, alcuni lavoratori hanno messo in scena un vero e proprio dramma con tanto di copione, fondali e azioni teatrali. Una legge complessa e pasticciata questa 178. Che prevede: per i lavoratori della Croce privata stesse mansioni di prima ma pagate il 30 per cento in meno con un contratto con più ore di lavoro settimanali e un numero inferiore di ferie; la gestione da parte di comitati locali dove non verrà applicato l’articolo 18; un contratto  falsamente a tempo indeterminato in quanto legato a una convenzione che, se decade, decade anche il contratto. Ancora peggiore, se possibile, la situazione della Croce pubblica. Sia i dipendenti civili sia quelli militari rischiano la mobilità perché in esubero; i neo-stabilizzati anche se non sono nella pianta organica, per le sentenze a loro favorevoli, non possono essere considerati esuberi. La dimostrazione è che al loro posto sono stati assunti altri lavoratori, ma con un diverso contratto. Infine lo spostamento come dipendenti a un comitato regionale costringe molti a lunghi spostamenti dal proprio luogo di residenza. A tutto ciò si aggiunge la non chiarezza del processo di comodato d’uso. Infatti c’è confusione sulla proprietà dei mezzi, sull’utilizzo del personale sia nella Croce pubblica sia in quella privata. C’è poi il problema del demansionamento. In conclusione: nella “doppia Croce Rossa” i dipendenti rischiano l’esubero da una parte e di essere sottopagati dall’altra. Adesso, visti i tempi stretti e i pasticci della sua applicazione, i lavoratori possono solo sperare in una proroga dei termini di applicazione della legge 178. Assente ingiustificata la Cgil. Meglio giustificata dalle sue posizioni: attendiste e complici.

Forte infine, negli slogan come nelle dichiarazioni, il senso e l’orgoglio di tutti i lavoratori presenti di appartenere a un’istituzione utile ai cittadini, un servizio indispensabile e  apprezzato. E la delusione e l’angoscia per l’assurda situazione in cui si trovano.