GOLGI REDAELLI: I LAVORATORI CHIEDONO, L'AZIENDA NON RISPONDE

Milano -

Sono tanti i problemi dell’azienda l’azienda di servizi alla persona Golgi Redaelli. Il primo è che l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino vorrebbe fonderla con il Pio albergo Trivulzio per costituire una grande azienda che potrebbe però perdere la sua natura di servizio pubblico. A sei mesi dell’insediamento del nuovo consiglio di indirizzo poi i lavoratori sono ancora in attesa di un confronto con il nuovo presidente Giuliana Bensa. Ai dipendenti del Golgi piacerebbe molto sapere cosa ha in mente per il futuro dell’azienda, ma lei sfugge e pensa solo alla fusione con il Trivulzio. Ma c’è di più: la presidente Bensa è tuttora dipendente del Gruppo Segesta, società privata che gestisce molte case di riposo ovviamente concorrenziali con Golgi e Trivulzio. Come la mettiamo con il conflitto d’interesse? Il Comune, interpellato, tace. Intanto prosegue a spron battuto il processo di precarizzazione dei dipendenti del Golgi e al Trivulzio. Aumenta a dismisura il numero delle cooperative all’interno delle due case di riposo. E si sa a quali condizioni di lavoro vengono assunti infermieri, terapisti, operatori sanitari in queste cooperative. Supersfruttati e con scarsi diritti. Per non parlare degli scandali in cui spesso cadono a seguito di gare d’appalto poco chiare. Expo insegna. Non fa stare tranquilli i lavoratori anche la più volte paventata trasformazione delle due aziende in Fondazioni e la gestione dell’immenso patrimonio immobiliare. Vista la situazione, USB chiede a gran voce alla direzione di Golgi Redaelli e Trivulzio che si apra un tavolo di confronto per affrontare e chiarire il futuro delle due aziende. Diversamente si aprirà una stagione di mobilitazione a difesa del ruolo pubblico di Golgi e Trivulzio e dei loro lavoratori.