Il ministero dell'Istruzione secondo il governo del "cambiamento": europeismo, competenze e ASL al centro della scuola-azienda
Marco Bussetti, già dirigente dell'USR Lombardia, è il nuovo Ministro dell'Istruzione di quel governo che vorrebbe essere il governo del “cambiamento”. Un governo che è stato tanto difficile formare perché inviso all'Europa. Il governo del M5S, ma anche, forse soprattutto, della Lega - e Bussetti non ha mai fatto mistero delle sue simpatie leghiste.
Ma, cosa più importante, Bussetti era il dirigente dell'Ufficio Scolastico della Lombardia, regione che da sempre è all'avanguardia per tutti quei provvedimenti che stanno lentamente trasformando la scuola italiana in una scuola-azienda. Non dimentichiamo, infatti, che qui la Aprea tentò di sperimentare per prima in Italia la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che oggi, grazie alla Buona Scuola, è legge.
La Lombardia è la regione all'avanguardia nell'Alternanza Scuola-Lavoro, nell'applicazione del Piano Nazionale della Scuola Digitale, nella strutturazione di progetti per la didattica integrata, che altro non è che la sostituzione dei saperi con le competenze che, lungi dal produrre saperi più profondi e complessi perché arricchiti dalla prassi, si riducono all'applicazione nei contesti lavorativi di quel poco che si è appreso in un tempo scuola ridotto all'osso.
La Lombardia è la regione dove Assolombarda ha pubblicato un libro bianco sul futuro del lavoro in cui si afferma che “la velocità e complessità dello sviluppo tecnologico esige un rinnovamento della didattica nelle scuole e nelle università, che può realizzarsi... introducendo un maggior numero di ore di contaminazione con il mondo esterno", un documento che si pone come obiettivo una maggior rispondenza dell'alternanza, e quindi della scuola, ai bisogni delle aziende.
In che modo dunque il nuovo ministro che ha guidato l'Ufficio scolastico lombardo fino a ieri interpreterà il punto del contratto di governo che parla di trasformazione dell'alternanza?
Noi ci auguriamo che questo ministro possa davvero superare la chiamata diretta e il FiT, il nuovo indegno sistema di reclutamento che precarizza i docenti neoassunti e li retribuisce con stipendi da fame, che risolva davvero la vergognosa questione delle Diplomate Magistrali che rischiano in migliaia il posto di lavoro, come è scritto nel contratto di governo, ma non possiamo non sottolineare che il nuovo ministro, voluto dalla Lega, il partito del razzismo più becero, dell'odio contro i migranti, dei respingimenti in mare, della repressione del dissenso, dell'appoggio alle componenti più reazionarie delle forze dell'ordine, è colui che ha diretto l'Ufficio scolastico della regione che più di tutte incarna le politiche europee sull'istruzione, con il loro portato di impoverimento culturale, distruzione del tempo scuola, asservimento della scuola alle aziende, precarizzazione dei lavoratori.
Per questo, in attesa di vedere cosa farà il ministro, USB Scuola ribadisce che è necessario abrogare la Legge 107 ed i suoi corollari, a partire dall’alternanza scuola-lavoro, e dare avvio ad una vera politica di investimenti nella scuola, un sistema di reclutamento equo e dignitoso e la stabilizzazione di tutto il personale precario con 36 mesi di servizio.