IL NUOVO OSPEDALE DI BERGAMO: UNA VERGOGNA!!!!!

Milano -

Doveva essere “il fiore all’occhiello della sanità Lombarda” ( così aveva affermato con enfasi il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni ) e orgoglio del popolo bergamasco, invece si è rivelato un autentico mostro galleggiante che sta divorando una marea di soldi pubblici, basti pensare che i costi sono arrivati a toccare la soglia dei 500 milioni di euro rispetto ai 340 inizialmente preventivati, ma non solo, va ricordata anche la data di presunta consegna del mostro, 21 marzo 2009, alla faccia dell’efficienza della sanità lombarda tanto sbandierata da Formigoni&C.

Anche se con colpevole ritardo  è arrivata l’ora della denuncia da parte dell’opinione pubblica che, di fronte ad una legalità violentata sistematicamente, si ritrova impotente e quasi rassegnata; il sistema degli appalti pubblici marcio e corrotto è lo specchio dell’Italia affaristica e senza scrupoli dell’era berlusconiana; appalti subappalti e sub-subappalti, fatture gonfiate e false fatture, denaro sporco e mazzette, escort trans e festini a base di coca, in un vortice di illegalità mai sazia e paga dell’enorme tributo che la società civile è costretta a pagare.

 La domanda: “ma chi paga per tutto questo”, trova così la sua risposta. Pagano come sempre i contribuenti, cioè lavoratori e pensionati, gli unici tassati alla fonte, non di certo le banche  e i grandi capitali ai quali tutto è concesso. I lavoratori degli OO.RR.BG, in quanto primi utilizzatori,  e i cittadini, in quanto utenti, hanno il diritto di sapere perché si è arrivati a tanto e, soprattutto, vogliono conoscere i responsabili di questo scempio, perché è giusto che se ne conoscano nomi e cognomi e che costoro paghino.

 Noi, come lavoratori, vogliamo avere risposte a quelle domande che ci sorgono spontanee; per esempio: perché, nonostante si conoscessero a priori le condizioni paludose e instabili del terreno alla Trucca, si è insistito affinché l’ospedale Beato Giovanni XXIII venisse costruito proprio lì?  Perché, se tutti gli organismi competenti erano d’accordo con la scelta del luogo  (Stato, regione provincia e comune), ora nessuna di queste istituzioni si considera responsabile? E ancora, perché non ci si è preoccupati di vagliare a fondo l’ipotesi di una sottostima del preventivo d’opera di  340 milioni, ritenuto ampiamente insufficiente,  come si evince dalla denuncia presentata al TAR dalla società francese Groupe 6 già nel 2002? Perché i costi sono lievitati così a dismisura, quali i motivi e quali  le cause?  Si è poi sicuri che l’opera di drenaggio, che verrà costruita a mesi, sarà risolutiva? Ma siamo certi che la data di inaugurazione dell’ospedale sia proprio definitiva, quella di ottobre 2012, o non sia un altro modo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da un tema che è divenuto imbarazzante per tutti?

 Oltre a queste lecite domande, sorgono  dubbi comprovati dalle indagini da parte della magistratura sulla gestione degli appalti, indagini che sono ancora in corso e non ci è dato saperne di più, ma che gettano inevitabilmente un’ombra inquietante, ma prevedibile, sul management dell’Ospedale Beato Giovanni XXIII.

 Una cosa è  certa: noi,  come lavoratori-cittadini-utenti,  non vogliamo che cali il sipario, da qui alla data di probabile apertura dell’ospedale, su questa vicenda fino a che non si conosceranno fatti e misfatti… e quale modo migliore se non quello di programmare una assemblea di tutto il personale in orario di servizio dove poterne discutere? A voi lasciamo l’ultima parola.

Bergamo, 6 dicembre 2011                                          USB P.I. Sanità Bergamo