Argomento:

IN DIFESA DELLA LEGGE 194

Milano -

ORDINE DEL GIORNO

L’ESECUTIVO REGIONALE DI FEDERAZIONE, RITIENE VERGOGNOSO E NON PIU’ TOLLERABILE IL CONTINUO ATTACCO, E RIMESSA IN DISCUSSIONE DELLA LEGGE 194 DEL 1978, LEGALMENTE CONFERMATA DAL REFERENDUM DEL 1981.

E’ inaccettabile che l’importante conquista di civiltà ottenuta per la moratoria della pena di morte sia usata strumentalmente per proseguire la moratoria sull’aborto proposta da giuliano ferrara, e dalla chiesa che, al contrario è una diminuzione del diritto delle Donne alla Maternità libera, consapevole e sicura per la sua salute.

E’ vergognoso e inaccettabile che una parte della Politica, trasversale tra gli schieramenti, si sia da subito schierata, e dichiarata disponibile a modificare la L. 194, e a rimettere in discussione il diritto ad una maternità consapevole sancita dalla stessa legge. Questa posizione evidenzia la crescente debolezza della politica di fronte alle pressioni del Vaticano con conseguente arretramento del principio della laicità della Repubblica Italiana. Va ricordato che grazie a questa legge, di civiltà conquistata dalle Donne, si è eliminato il ricorso all’aborto clandestino e parallelamente conseguita la riduzione consistente del ricorso alla interruzione volontaria della gravidanza.

LA FEDERAZIONE REGIONALE RdB/CUB DELLA LOMBARDIA DICE NO A QUALSIASI TENTATIVO DI RIMESSA IN DISCUSSIONE DELLA LEGGE ED AD ARRETRAMENTI SIA SUL PIANO DELLA LIBERTA’ SIA DELLA LAICITA’.

Tutta l’organizzazione è impegnata ad operare per completare l’attuazione della norma cominciando con l’implementare politiche per il potenziamento e la riapertura dei Consultori Pubblici in tutto il Territorio Regionale e Nazionale, unici luoghi deputati ad informare, educare, assistere la libera scelta di procreazione, le pratiche e le forme della contraccezione e, soprattutto, per contrastare il ritorno all’ILLEGALITA’.

E invita i Delegati, i Quadri, Sindacali a fare approvare l’Ordine del Giorno in tutti i posti di Lavoro, e ad inviarli alla Regione Lombardia, e al Ministero della Sanità.