JOBS ACT E RIFORMA DELLA COSTITUZIONE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA. CONVEGNO A MILANO
perché dire NO a Renzi e al suo referendum ha evidenziato con forza una verità: la riforma del lavoro di due anni fa e quella della costituzione oggi seguono un unico scopo: affossare i diritti dei lavoratori e diminuire drasticamente il diritto di partecipazione alla cosa pubblica ai cittadini. Di più, il jobs act è stato il maestro della riforma della costituzione. Che fa il paio con la nuova legge elettorale, l’Italicum. “Come vengono elette le Rsu e le Rsa? – ha evidenziato Paolo sabatini di USB – Su liste chiuse redatte dalle segreterie di Cgil-Cisl-Uil. Lo stesso faranno i partiti con la legge elettorale detta Italicum”. E saranno loro, se passa il sì, a comandare in parlamento, governo, presidenza della repubblica, corte costituzionale. Tutto. E’ un processo che dura da 25 anni. – ha detto il professor Giorgio Galli – La democrazia occidentale non sarà mai più come prima. Sarà sempre meno partecipativa. Il NO può limitare questo danno”. Una riforma irritualmente proposta e fatta passare a colpi di maggioranza dal governo, quando di norma e in tutte le democrazie è una prerogativa del parlamento, passando sopra le istanze della minoranza e ogni galateo costituzionale. “E’ una legge ingannevole – ha sottolineato con forza la costituzionalista Agostina Cabiddu – contraddittoria, confusa, scritta giuridicamente con i piedi. Che scardina la repubblica parlamentare. Infatti, con il combinato disposto dell’Italicum, il presidente del consiglio sarà legittimato direttamente dal popolo. I partiti conteranno poco. Tutto questo è totalmente contrario ai principi dei padri costituzionali”. Il tema dei diritti dei lavoratori e di quelli dei cittadini messi sotto le scarpe dal jobs act e dalla proposta costituzionale Renzi è stato ripreso dall’avvocato Carlo Guglielmi. “Tutto nasce da un intervento nel 2013 del massimo esponente della banca d’affari americana J.P. Morgan che ha chiaramente detto che le costituzioni e le leggi sul lavoro dei Paesi del Mediterraneo erano troppo a favore del lavoro e che bisognava cambiarle”. Compito immediatamente eseguito da Renzi. “La partecipazione dei cittadini e soprattutto dei lavoratori è un principio base della democrazia. – ha chiuso Guglielmi – Il NO al referendum non è conservativo, anzi, la sua vittoria darà una spinta alle istanze democratiche. E lo si potrà fare mettendo finalmente e totalmente in pratica l’attuale costituzione”. Drastica l’affermazione che ha chiuso il convegno di Silvia Bisagna, insegnate e sindacalista di USB: “Renzi vuole venire nelle scuole a ‘spiegare ai ragazzi la sua riforma’. Non dobbiamo permetterlo!”.