La DaD non può essere la finta soluzione dei problemi della scuola
Con la ripresa dell’anno scolastico in molte scuole della Lombardia abbiamo assistito ad un uso estremamente “creativo” della Didattica a Distanza. È stata utilizzata per problemi di salute degli alunni non connessi con il COVID, come interventi più o meno di routine o problematiche psicologiche, per evitare la chiusura delle scuole per manifestazioni sportive o lavori di manutenzione, abbiamo perfino visto medici “prescriverla”, come se la scuola e i docenti fossero erogatori di un servizio su cui non hanno alcun controllo e possibilità di programmazione.
USB Scuola Lombardia ha denunciato queste pratiche con fermezza, lì dove ha avuto modo di constatarle: nei collegi, ai dirigenti e, infine, all’Ufficio Scolastico Regionale.
Finalmente sia l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia che lo stesso Ministero dell’Istruzione hanno preso una posizione chiara.
L’USR Lombardia, con una nota del 28 ottobre chiarisce che la deroga al principio generale dello svolgimento dell’attività in presenza è possibile solo nel caso nettamente delimitato dall’art. 4 del Testo del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111 coordinato con la legge di conversione 24 settembre 2021, n. 133, che dispone che la Didattica Digitale Integrata sia attivabile solo fino alla cessazione dello stato di emergenza “esclusivamente in zona rossa e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all'insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.”
Il MI nella sezione delle FAQ sul COVID 19 alla domanda 13 ribadisce la stessa posizione (https://www.istruzione.it/iotornoascuola/domandeerisposte.html).
USB Scuola aggiunge che il Comma 1 chiarisce definitivamente.
Non è possibile dunque attivare la DaD o la DDI in ogni caso di difficoltà dell’istituzione o dei singoli alunni. Tali attivazioni sono da considerarsi illegittime.
Riteniamo queste prese di posizione molto importanti, soprattutto perché, come questi due anni hanno dimostrato, DaD e DDI, lungi dall’essere una soluzione, sono un male per la scuola, per gli studenti, per i docenti. Dà l’illusione di gestire situazioni di difficoltà divenute enormi con la pandemia, ma in realtà non risolve alcunché.
Di ben altro ha bisogno la scuola: investimenti strutturali (non in digitalizzazione), risorse, supporto.
Di ben altro hanno bisogno studenti e studentesse, segnati da una società che gli ha scaricato addosso una pandemia gestita in funzione del profitto e ora non sa come aiutarli.
Ribadiamo il nostro no netto alla DDI e la richiesta di investimenti in strutture e stabilizzazione del personale uniti alla riduzione del numero di alunni per classe. Queste sono le vie per risollevare la scuola italiana impoverita e indebolita da decenni di finte riforme e tagli reali.
Le lotte di USB Scuola, condotte nelle piazze tanto quanto nelle relazioni complesse con le istituzioni, si rivelano giuste. Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori della scuola ad unirsi ad USB Scuola per proseguire un percorso insieme: https://pubblicoimpiego.usb.it/iscriviti-online.html