La grande famiglia Ikea: obbedisci o sei licenziata!

Milano -

Poco importa che Marica sia debba gestire da sola la sua famiglia, poco importa che abbia diritto ad usufruire della legge 104 per il figlio. Per mamma Ikea se non puoi lavorare dalle 7,00 del mattino sei fuori. Senza se e senza ma.

Marica aveva già accettato un cambio di reparto in cambio di orari che le permettessero di seguire i molti impegni di madre, l'idillio però è durato poco e Ikea le ha imposto nuovi orari che prevedono l'inizio del turno alle 7,00 del mattino, orario inconciliabile con la sua vita. Dal rifiuto al licenziamento poi, il passo è stato breve.

L'azienda svedese, brand per eccellenza delle famiglie di tutto il mondo, non perde occasione per mostrare il vero volto ai propri dipendenti. Licenziamenti illegittimi più volte finiti con l'obbligo di reintegro, flessibilità della forza lavoro, precarietà, uso indiscriminato del part-time, obbligo di lavoro festivo e domenicale, rappresentano le caratteristiche proprie di una multinazionale famelica che, come tutti i colossi del profitto, non si ferma davanti a nulla pur di incrementare il fatturato o sbarazzarsi di quegli “ingranaggi umani” che non si rendono docilmente disponibili alla flessibilità oraria o ai diktat aziendali.

Dopo Corsico infatti è l'Ikea di Bari a colpire dove, nella giornata di mercoledì 29 novembre Claudio, un collega, lavoratore monoreddito, è stato licenziato dopo 11 anni di servizio per un ritardo di “ben” 5 minuti sulla pausa.

L'Unione Sindacale di Base esprime vicinanza umana e solidarietà politica ai colleghi colpiti ed esorta tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Ikea e del commercio ad organizzarsi, per tornare a rispondere collettivamente a un padronato sempre più famelico ed arrogante.

 

Con Marica e Claudio, con tutti i lavoratori di Ikea e del commercio, per lanciare una nuova stagione di diritti, salari e dignità, USB c'è!