La mobilitazione USB contro i licenziamenti di Uber Eats porta i primi risultati
La giornata di mobilitazione contro i licenziamenti di Uber Eats si è conclusa martedì 11 luglio con i primi risultati: dopo essere stati in presidio in solidarietà ai rider che avevano la prima udienza di un nuovo processo contro Uber, per vedersi riconoscere come lavoratori subordinati, ci siamo mossi in corteo fino alla Regione Lombardia, dove abbiamo ottenuto un incontro con i consiglieri dei 5 Stelle e visto l’interessamento di diversi consiglieri dell’opposizione.
All’incontro a cui ha partecipato una delegazione di rider di USB si è parlato della condizione in cui si troveranno questi 8500 lavoratori a partire da domenica 16 luglio, quando Uber Eats lascerà l’Italia, partendo dal fatto che verranno lasciati senza un lavoro dall’oggi al domani senza alcun tipo di ammortizzatore sociale.
Rivendichiamo per questi lavoratori un trattamento come lavoratori subordinati, come ormai innumerevoli sentenze affermano, con tutto quello che questo implica, a partire dall’apertura di una procedura di licenziamento collettivo, cosicché anche i rider possano avere accesso a tutte le misure di tutela sociale previste e venga loro corrisposta la differenza retributiva tra quanto percepito e quanto avrebbero dovuto guadagnare se fossero stati inquadrati col giusto CCNL, ovvero quello della logistica.
È stato preso l’impegno di calendarizzare un’audizione, alla quale sarà invitata anche Uber, nella IV Commissione Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione e di farsi da tramite per portare le rivendicazioni all’attenzione delle istituzioni governative ed europee.
In attesa del concretizzarsi degli impegni presi, continuamo a raccogliere le impugnazioni dei licenziamenti tra i lavoratori, proseguendo la nostra lotta anche sul piano legale.
Questo precedente deve essere un campanello d’allarme che finalmente muova le istituzioni ad imporre a tutte le compagnie di food delivery, che sfruttano i propri lavoratori e depredano il territorio non pagando diverse decine di milioni di tasse, di riconoscere tutti i rider come lavoratori subordinati, perché quanto sta accadendo con Uber non possa ripetersi nuovamente.
Slang USB