LA MORSA DELLA TROIKA ATTORNO A SYRIZA: LA RESISTENZA DEL POPOLO GRECO E' ANCHE LA NOSTRA

Milano -

No all’austerity, no alla fame, no alla miseria. Questo ha voluto dire il popolo greco votando in modo massiccio Syriza alle ultime elezioni politiche . E questo, il primo ministro Alexsis Tsiapras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varufakis si sono impegnati a sostenere con tutte le loro forze. Il piccolo popolo di una piccola nazione contro il gigante tedesco, l’intera Europa e la terribile troika finanziaria. Ancora una volta Davide contro Golia. Ma il coraggio, la disperazione, la dignità di un popolo possono fare la differenza. Se i suoi governanti ne recepiscono lo spirito. E questa volta è proprio così. Ricattati, il popolo e il suo governo resistono e rilanciano. A detta di molti economisti premi Nobel, le proposte greche non sono irrealizzabili: più tempo per programmare un piano finanziario e parametri economici meno rigidi sono compatibili con le finanze europee. La Germania e l’Europa insistono invece con vecchie regole che in Grecia hanno portato disoccupazione, taglio delle pensioni e dell’assistenza sanitaria, povertà. Una posizione ottusa, senza prospettive. E’ noto che se uno si indebita fino ai capelli pigliarlo per la gola non serve a nulla, meglio accordargli tempo e uno sconto. Un po’ come si usa con quelle imprese di cui si dice che sono troppo grandi per fallire. Metodo che Stati Uniti e gli altri vincitori della seconda guerra mondiale hanno applicato proprio con la Germania uscita a pezzi dal conflitto. Il fatto è che proprio la smemorata Germania, più di altri Paesi, sul debito greco è anni che ci marcia e ci guadagna facendosi pagare interessi così alti da non permettere ai greci di rifondere il debito primario. Non solo, il braccio di ferro dell’Europa con Tsipras e il suo popolo è puramente politico: se dovessero prevalere i secondi ci sarebbe la dimostrazione che contro la crisi un’altra politica è possibile, una politica rigorosa ma non affamatrice, dove al centro ci sia l’uomo e non il denaro. Per tutte queste ragioni difendere il popolo greco e il suo governo è difendere noi stessi, anche noi sottoposti, da un governo asservito alla troika e al capitale finanziario, a un fuoco di fila di leggi e provvedimenti che procurano disoccupazione e povertà. Ribellarsi, come ha fatto il popolo greco, è la strada. Vediamo di seguirla.