LA MTN DI CARPIANO LICENZIA, SEGUONO QUATTRO GIORNI DI PRESIDIO, ORA COSTRETTA TAVOLO DELLE TRATTATIVE
Il sindacato conflittuale non piace alla MTN, grande gruppo internazionale della logistica e del trasporto. Così, di fronte ai lavoratori iscritti all’USB che chiedono il giusto salario, licenzia. Ma andiamo con ordine. Alla sede MTN di Carpiano lavorano 58 dipendenti di una cooperativa, il contratto è quello dei trasporti e logistica e la busta paga è buona, ma la metà è in nero. Ma qualche mese fa tutto cambia: arriva una nuova cooperativa, la Erre B., che dà solo lo stipendio base e applica il contratto del commercio, saltano 5 dipendenti. I 52 lavoratori rimasti, quasi tutti immigrati di lunga data, si ribellano, mandano a quel paese la Uil, chiamano l’USB di Lodi e iniziano le rivendicazioni. Si porta a casa il pagamento della settimana non pagata nel passaggio intercorso del passaggio delle categorie e si chiede il ritorno al contratto dei trasporti e logistica. Si tratta con l’MTN, che è la vera controparte, e con Erre B. La prima tenta il colpo grosso e dichiara a Erre B. di voler fare a meno di 28 suoi dipendenti. Lo scopo è chiaro: stroncare la lotta, minacciare il trasferimento ad altre sedi dove non esiste un sindacato conflittuale, risparmiare sul costo del lavoro. Si arriva quindi a giovedì 11 quando i lavoratori, organizzati da USB, iniziano un presidio con blocco delle merci che dura fino a sabato. Nel mentre ci sono le minacce di sgombero da parte dei carabinieri, il tentativo di far uscire un camion che la direzione dice pieno di medicinali (poi risultato falso), pressioni di ogni tipo. Arriva infine la mediazione del questore di Milano che concorda incontri a tavoli separati tra USB, lavoratori e MTN e Erre B. nella Prefettura di Milano tra lunedì e martedì. La condizione è che si tolga il presidio. L’assemblea dei lavoratori acconsente. Ora viene il momento della verità: non sarà una trattativa facile ma i lavoratori e USB sono decisi a non mollare. Ne va della loro vita.