LICENZIAMENTO POLITICO DI UN'ATTIVISTA USB CHE DICE NO AI DICTAT DI IKEA

Milano -

Luigi era sotto inquadrato al 3° livello pur essendo addetto al controllo qualità anche fuori il negozio con trasferimenti all’estero. Ikea non ha mai voluto riconoscergli il giusto livello e il relativo giusto salario. Assieme ai legali di USB ha intentato causa e,  dopo due anni sballottato da un reparto all’altro, l’ha vinta. Per il giudice deve essere inquadrato al 2° livello con pagamento degli arretrati. Ikea si è rifiutata di dare seguito alla sentenza accampando la scusa che in azienda non ci sono posizioni di quel livello. Un’affermazione ridicola: in un’azienda di queste dimensioni mansioni di quel livello abbondano. E lo ha licenziato mostrando grande disprezzo non solo per il lavoratore ma anche per la magistratura. Vogliono avere ragione anche quando perdono! A questo punto a Luigi non resta che ricorrere ancora alla giustizia sostenuto dalla solidarietà e dalla mobilitazione di tutti i lavoratori di Ikea. Ikea è il laboratorio più avanzato di tutte le tecniche possibili sulla precarietà, della lotta contro i lavoratori del disprezzo nei loro confronti e del loro lavoro, alla faccia delle sue tanto decantate responsabilità sociali, dell’esaltazione della meritocrazia. Tutte menzogne! La realtà è la massificazione dei profitti, la gestione criminale delle risorse umane. I lavoratori di Ikea e USB difenderanno strenuamente Luigi, uno di noi.