L'integrazione non è Rozza
Dopo essere stata la paladina degli sgomberi di accampamenti Rom, dopo la personalissima crociata contro la salamella, vietando i barbecue nei parchi invasi la domenica da festose comunità migranti, la nuova missione di Carmela Rozza è la pulizia etnica.
Dal binario 21 della stazione di Milano iniziò l'orrore della shoa milanese da dove migliaia di ebrei rastrellati dalla polizia razziale partivano per un viaggio senza ritorno stipati in treni. Ieri a Milano non c'era il treno al binario 21 ma moderni pullman e poliziotti impegnati – ieri come oggi – in un rastrellamento su basi razziali. Un orrore che non può lasciarci indifferenti.
Oggi come allora, la chiave di volta sta nell’emanazione di norme che limitano libertà e diritti: le odiose leggi razziali e il decreto Minniti hanno in comune l’insopportabile caratteristica di colpire donne e uomini non per gli atti di cui si rendono responsabili ma per il semplice fatto di essere migranti o, più semplicemente, oppositori. Una logica atroce che non possiamo accettare possa infiltrarsi nella società tra le maglie larghe dell’indifferenza.
E' ormai assodato che l'artefice dell'azione di polizia etnica di martedì scorso presso la Stazione Centrale di Milano sia l'Assessore alla Sicurezza e Inclusione Sociale del comune di Milano Carmela Rozza: un personaggio che continua ad attirare l’attenzione su di sé, scagliandosi contro tutto ciò che secondo la sua personalissima scala di misurazione appare "indecente". E quindi: imbratta con la vernice le macchine in sosta vietata; vieta i barbecue nei parchi pubblici quando si accorge che questi sono affollati soprattutto da festanti comunità straniere; sgombera – vantandosene – gli accampamenti Rom.
Da settimane faceva pressione affinchè la polizia intervenisse per identificare e allontanare i migranti che stazionano in Piazza Duca D'Aosta e in via Sammartini. E così le forze dell’ordine, pressate ad intervenire da un lato e, allo stesso tempo nella facoltà di usufruire degli ampi spazi di azione offerti dal decreto Minniti, hanno messo in atto un vero e proprio rastrellamento su base etnica con grande dispiegamento di forze e mezzi, utilizzando un elicottero, unità cinofile, celere e polizia a cavallo e coordinandosi con la polizia locale. Scelte politiche e atteggiamenti indegni in qualunque paese democratico e civile ma che in Italia trovano sempre più legittimazione tra le istituzioni locali e centrali. In questo senso è emblematico per la città di Milano l’aver consentito un raduno di centinaia di fascisti al cimitero maggiore poche ore prima del vergognoso rastrellamento in Stazione Centrale.
L’Unione indacale di Base chiede pertanto al Sindaco di Milano le dimissioni di Carmela Rozza per manifesto odio razziale.
Il 4 maggio alle ore 18.00 varie realtà cittadine si incontreranno in piazza della Scala. Invitiamo i nostri militanti e simpatizzanti ad unirsi alla Milano civile e democratica dell'accoglienza e a manifestare contro l'accaduto e le attuali politiche razziali del Comune di Milano.