Agenzia Entrate, USB ha sottoscritto l'accordo per la ripartizione del Fondo Risorse Decentrate 2018 alla DPI di Milano
Prima di entrare nel merito dell'accordo è però necessaria una premessa. Le Lavoratrici ed i Lavoratori potranno constatare, quest'anno ancor di più, la drastica diminuzione delle somme che verranno erogate a seguito di questa tornata di contrattazione decentrata. Le ragioni di questa diminuzione sono essenzialmente due.
La prima ragione è che, in virtù delle disposizioni di legge, il fondo subisce ogni anno tagli sempre maggiori (il fondo 2018, pari a circa 540 milioni di euro, ha subito un taglio di quasi 80 milioni di euro).
La seconda ragione è che, dal 2018 in poi una parte consistente del residuo (il fondo al netto dei tagli ammonta a circa 461 milioni di euro), per la precisione 20.542.059,53, verrà utilizzata per finanziare l'ultima procedura di progressioni economiche (qui il link al sito internet dell'Agenzia delle Entrate dove potrete trovare l'accordo 2018 e la "relazione tecnico finanziaria"). Una parte delle risorse del fondo (20.542.059,53 euro), che fino allo scorso anno venivano distribuite a seguito di accordo sindacale (percepite quindi dai lavoratori all'atto della distribuzione delle risorse del fondo), vengono oggi percepite in busta paga sotto forma di progressione economica. Le risorse sono sempre quelle, cambia soltanto la modalità di erogazione. Ciò che fino a ieri percepivamo sotto forma di acconto-saldo adesso lo percepiamo direttamente in busta paga.
Per non parlare poi dei circa 14 milioni di euro che sono stati sottratti al fondo di tutti i Lavoratori per retribuire incarichi di responsabilità e posizioni organizzative.
Grazie all'intervento di USB nell'ambito dell'accordo nazionale sono state evitate comunque alcune storture dovute agli effetti del CCNL di categoria, è stato risolto il problema della valorizzazione dell'attività esterna apertosi a seguito della nota dell'amministrazione di dicembre 2017 in tema di compilazione dei MUV, ed è stata data finalmente copertura economica ai colleghi che si assentano perché sottoposti a terapie salvavita.
Veniamo a questo punto al merito dell'accordo.
USB ha condiviso i criteri di distribuzione del Fondo, con un'unica eccezione.
La drastica diminuzione delle risorse totali ha comportato una diminuzione proporzionale delle varie voci del fondo di sede, tra cui il residuo del budget d'ufficio (per il 2018 pari ad € 34.075,88). A nostro avviso un residuo così esiguo doveva essere distribuito tra i Lavoratori seguendo criteri di equità. Non abbiamo condiviso quindi la scelta di utilizzare parte del residuo (circa 7700 euro) per retribuire il contributo apportato da una parte del personale a cui sono stati attribuiti incarichi speciali o assegnate lavorazioni particolari. USB ha da sempre contestato l'impiego del residuo del fondo di sede per remunerare incarichi o lavorazioni "speciali" (centro di contatto, apertura Cassette di sicurezza, Verifica esistenza in vita, Reperibilità allarmi, Recupero pratiche, Definizioni Liti Pendenti, Rifaldonatura, Scarto Atti d’archivio). USB ritiene che l'amministrazione deve retribuire con fondi propri tali incarichi e lavorazioni, che costituiscono a volte obiettivo per il Dirigente di turno, senza sottrarre risorse al fondo di tutti (il fondo ha già subito per il 2018 la sottrazione di circa 14 milioni di euro destinati a finanziare incarichi di responsabilità e p.o ex artt.17 e 18 CCNI). Secondo il principio per cui i soldi del fondo sono soldi di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori. Se l'Amministrazione attribuisce incarichi o assegna lavorazioni particolari li deve retribuire con fondi propri.
Siamo rimasti però isolati in questa richiesta, con tutte le altre sigle che si sono lanciate in un davvero poco edificante assalto alla diligenza.
Per quanto riguarda invece il criterio di distribuzione del Fondo attività esterne USB avrebbe preferito che fosse effettuata la remunerazione del singolo funzionario in base al numero di ore effettivamente svolte (esterne e interne all’Ufficio). Tale criterio avrebbe premiato la professionalità di tutti, sia dei verificatori “veloci”, che permettono il raggiungimento dell’obiettivo numerico (obiettivo che interessa, in realtà, maggiormente le figure con posizioni di responsabilità), sia dei verificatori maggiormente impegnati in verifiche molto articolate che superano il limite stabilito dal TUM ma che magari recuperano somme molto ingenti. Una soluzione per noi ottimale, sia in relazione alla qualità dell’attività svolta da ogni verificatore sia in relazione all’interesse della collettività e dell’erario, poiché dal principio per cui le attività di controllo vengono retribuite a "cottimo" la collettività tutta non può che riceverne un danno.
Purtroppo però, anche a causa della disomogeneità dei criteri adottati dalle varie aree dell'ufficio controlli per la consuntivazione delle ore interne nel corso del 2018, non è stato possibile distribuire il fondo in base al numero di ore effettivamente svolte (esterne e interne).
Il fondo verifiche è stato quindi suddiviso tra i funzionari in base alle ore a ciascuno attribuibili in riferimento al tempo unitario medio di ciascuna verifica a cui hanno partecipato. Tale soluzione ha comportato però che, a parità di ore effettive lavorate, un collega che nel 2018 ha svolto solamente poche verifiche (magari complesse) verrà penalizzato rispetto ad un collega che ha svolto molte verifiche (magari di più agevole risoluzione). Una soluzione inevitabile (causata dalla mancanza della consuntivazione delle ore "interne") che però a nostro avviso veicola il messaggio che le attività di controllo (attività determinanti sul fronte della lotta all'evasione) vengono retribuite a "cottimo". Remunerare la singola verifica significa correre il rischio di incentivare i funzionari ad aprire e chiudere i controlli in modo celere per vedere aumentata la loro remunerazione, parametrata sul numero di verifiche e non sulle ore totali che il funzionario ha impiegato per la sua attività.
USB PI - Agenzie Fiscali Milano