LOTTARE PER IMPEDIRE LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO DANONE DI CASALE CREMASCO VIDOLASCO

Crema -

Dopo il consiglio comunale aperto del 14 giugno a Casale Cremasco, si è tenuto il 25 giugno il primo incontro presso l’Assolombarda di Milano tra CGIL e CISL, la RSU dello stabilimento Danone di Casale Cremasco e la Direzione Aziendale.

Sempre il 25 giugno a Crema si è tenuta la prima seduta del tavolo cremasco per il lavoro, con la presenza del sindaco di Crema Stefania Bonaldi, dell’assessore Attilio Galmozzi, dell’assessore provinciale Paola Orini, del sindaco di Casale Cremasco Vidolasco Giuseppe Grassi, del consigliere regionale Agostino Alloni, rappresentanti della Camera di commercio, di Reindustria, di CGIL-CISL-UIL e l’Unione Sindacale di Base.

La multinazionale Danone giustifica la chiusura dello stabilimento di Casale Cremasco, unico in Italia, con gli effetti negativi della crisi economica, che ha fatto registrare, negli ultimi tre anni, un calo delle vendite del 23% in quantità e del 27% in valore. La Danone ammette che il declino del mercato dei prodotti freschi in Italia, è legato sia alla crisi economica che alla forte concorrenza di tante aziende medio piccole che offrono prezzi più competitivi.

Il rilancio dei prodotti Danone potrebbe avvenire se la multinazionale decidesse di ridurre i prezzi dei prodotti freschi.

La Danone vorrebbe chiudere tre stabilimenti (in Italia, Germania e Ungheria), passando dagli attuali 19 a 16 in Europa.

Per attuare il suo progetto l’azienda utilizzerebbe la vaselina di offrire ai dipendenti una indennità di licenziamento, in quanto la chiusura dell’unico stabilimento in Italia impedirebbe di fatto la possibilità di ricollocare i lavoratori.

L’Unione Sindacale di Base ritiene invece che l’unica possibilità di mantenere in vita lo stabilimento di Casale Cremasco sia la lotta dei lavoratori, con il sostegno delle istituzioni, dei cittadini e dei consumatori.

L’esempio viene dai lavoratori in lotta a Imperia per difendere il futuro della pasta Agnesi (gruppo Colussi). Il gruppo Colussi, pur chiudendo a fine 2015 lo stabilimento di Imperia, non abbandonerà la produzione della pasta e realizzerà, nel territorio imperiese, insieme ai produttori locali, la produzione dei prodotti succedanei della pasta, prodotti tipici locali e paste artigianali, a marchio Agnesi Gourmet.Il progetto tenterà di recuperare la maggior parte dei lavoratori attualmente occupati nella fabbrica di Imperia.

E’ importante ricordare anche la recente lotta vincente dei 75 lavoratori della Fralib, gruppo Unilever, in Provenza, contro la delocalizzazione delle produzioni del tè Lipton e delle tisane a marchio Elephant.

L’Unione Sindacale di Base ribadisce che se la Danone proseguirà nell’intento di chiudere lo stabilimento di Casale Cremasco, organizzerà nel cremasco, in Lombardia e in Italia, il BOICOTTAGGIO dei prodotti Danone. Come già fatto nel 2001 in Francia.

Voi chiudete  la fabbrica e noi non mangeremo più DANONINO,  DANACOL, DANAOS,  ACTIVIA, ACTIMEL e gli yogurt Danone.

 

Il 2015 è l’anno dell’EXPO a Milano, il tema è nutrire il pianeta, non possiamo accettare la beffa della chiusura di uno stabilimento alimentare nel nostro territorio, che utilizza il latte delle nostre aziende agricole.

 

I lavoratori della Danone e l’USB lotteranno con ogni mezzo per mantenere in vita questa unità produttiva.