L'Unione Sindacale di Base conferma lo sciopero nazionale di 24 ore del 25 per tutte le categorie pubbliche e private, fino a convocazione del governo

Milano -

Alla luce dell’ordinanza della Regione Lombardia e di fronte ad un provvedimento governativo per molti aspetti discutibile, ci sembra restino in piedi alcune questioni fondamentali per cui è necessario scioperare, a meno di chiare indicazioni e azioni del governo Conte.

L’imperativo rimane chiudere le fabbriche e gli uffici, perché non c’è niente di più importante della salute.

L’impressione è infatti che ancora una volta, dietro le parole roboanti, il governo regionale e nazionale lascino troppe attività produttive aperte. I cosiddetti “settori strategici” ne comprendono molti che non sono “essenziali” e questo significa che rimarranno aperti molti siti produttivi proprio nelle regioni, tra cui soprattutto la nostra, dove maggiori sono i contagi e i morti. Questo a fronte della richiesta di ulteriori forti sacrifici ai cittadini, ormai chiusi in casa completamente, a seguito degli ultimi provvedimenti, sempre che… non lavorino nei settori strategici, appunto.

Pretendiamo inoltre di avere chiare indicazioni su come si effettueranno i controlli sul rispetto delle misure di sicurezza in quei luoghi di lavoro che resteranno aperti. In primis lo chiediamo per i lavoratori del commercio e della logistica, esposti al contagio e sovraccarichi di lavoro, visto che le aziende della GDO e della logistica stanno lavorando come nelle festività natalizie.

Resta peraltro in piedi la necessità di solidarizzare con il personale medico ed infermieristico, impegnato allo spasimo per soccorrere la popolazione. Le condizioni della sanità pubblica, totalmente impreparata a sostenere una tale emergenza, anche perché colpita in questi anni da ripetuti tagli di personale e risorse, colpevolmente regionalizzata, privatizzata e sottoposta a progressive esternalizzazioni, lo richiedono. Le carenze di posti letto, di personale e di strumenti sanitari sono tra i fattori che stanno aggravando le sofferenze dei malati e delle loro famiglie e che rendono imprescindibile la scelta del blocco delle attività per evitare il definitivo collasso e l’impossibilità del soccorso per i malati.

Per USB appare assolutamente necessario procedere alla requisizione delle strutture private, come fatto ad esempio dal governo spagnolo, per poter mettere tutte le risorse disponibili al servizio della salute pubblica. Questo provvedimento non viene attuato, perché ancora una volta si continuano a privilegiare gli interessi privati. Le prestazioni che le strutture sanitarie stanno offrendo saranno infatti retribuite con soldi pubblici. In questo momento, invece, a fronte dei sacrifici richiesti alle famiglie sarebbe necessario che le risorse fossero a disposizione dell’interesse pubblici senza oneri per lo Stato e la regione.

Gli operatori sanitari sono sottoposti ad uno stress altissimo, rischiano quotidianamente di ammalarsi e molti di loro si stanno effettivamente ammalando. Non sono stati sempre tutelati come necessario e tutt’ora non lo sono. Vivono sulla loro pelle le conseguenze di anni di tagli, in un momento così drammatico. Inoltre, non si prospettano all’orizzonte nuove assunzioni nella sanità, che invece tanto urgenti sarebbero. Anche in solidarietà con loro ci sembra resti un atto dovuto scioperare.

Infine, nulla è stato detto sulle tutele economiche di chi resterà a casa. Le famiglie, i cittadini, i lavoratori non possono restare un altro minuto senza un sostanziale sostegno economico.

Per tutte queste ragioni USB ha inviato a Palazzo Chigi una richiesta di incontro urgentissimo, per sapere quali siano le reali intenzioni del Governo. Solo dopo decideremo se revocare o mantenere lo sciopero generale del 25.