Milano: chiuso un asilo nido accreditato per pesanti maltrattamenti inflitti ai bambini.

La politica progressiva di dismissione a favore del privato ha notevolmente ridotto la qualità del servizio.

Milano -

E' del primo agosto la notizia che, in un asilo nido accreditato del Comune di Milano, dei bambini hanno subito pesanti maltrattamenti e che lo stesso Comune di Milano si costituirà parte civile nel processo.

Abbiamo raccolto alcune riflessioni di Francesca Acerbi, dirigente sindacale USB ed educatrice nel Comune di Milano:

"Naturalmente la giustizia farà il suo corso, come è giusto che sia, per accertare e punire le responsabilità. Sarebbe un errore, tuttavia, accontentarsi solo dell’ intervento della magistratura. Credo che dovremmo chiederci se il sistema dei tagli portati in questo settore abbia un senso logico o se, invece, non stia distruggendo la scuola pubblica, intesa quale ultima garanzia di tutela costituzionale dei diritti dei bambini e delle loro famiglie.

Non si possono ignorare le scelte politiche portate avanti dalle diverse giunte milanesi dal 2004, col risultato di portare ad una riduzione drastica dei nidi a gestione diretta del Comune, tanto che oggi, le strutture comunali sono 104 a fronte di ben 297 private.

Non vi è obbligo di formazione e lavoro collegiale, non vi è rispetto dei rapporti numerici educatrici/ bambini, nessuna garanzia di continuità educativa, gli operatori sono spesso sottopagati e privi di diritti.

Insieme alle educatrici del Comune di Milano, USB denuncia da anni tutte le scelte che hanno favorito gli interessi privati anche a discapito della qualità del servizio; ci battiamo affinché gli Asili Nido pubblici vengano valorizzati, perché solo così può essere garantita una "grande scuola” dei piccoli, dove il benessere ed il diritto dei bambini ad una sana crescita ed all’educazione siano davvero salvaguardati.

Non possono bastarci le promesse di futuri controlli dell'Assessore o le dichiarazioni sdegnate a posteriori- conclude Francesca Acerbi- siamo convinti che sia necessario un piano di reinternalizzazione e che si apra da subito un confronto serio con tutte le parti sociali, a garanzia di tutti i bambini e le bambine di Milano.

Le rassicurazioni verbali non servono, dovranno parlare i fatti e le scelte politiche"