Non Una di meno e la potenza della parola femminista entrano dentro i luoghi di lavoro.
Assemblea in preparazione dello sciopero femminista lotto marzo all’Agenzia delle Entrate di Milano.
Lo avevamo promesso nelle decine di assemblee della rete alle quali da anni partecipiamo nei territori: lo sciopero globale transfemminista contro la violenza di genere dentro i luoghi di lavoro verrà costruito in sinergia diretta e alla presenza di Non una di meno.
Carrellata di foto di donne in lotta da tutto il mondo e poi inizio dei lavori.
Un’Assemblea partecipata e ricca di spunti: dal tema della violenza domestica, la grande assente nel dibattito pubblico, al lavoro di cura non riconosciuto, al ruolo di ammortizzatori sociali delle donne nell’epoca dello smantellamento progressivo del welfare, alle misure di fuoriuscita dai percorsi di violenza, all’aspetto internazionale del movimento che elabora una risposta globale all’attacco globale dei diritti delle donne e delle soggettività lgbtqi.
Presenti per Non una di meno la fondatrice della Libera Università delle Donne nonché teorica del femminismo Lea Melandri e due giovanissime attiviste che hanno raccontato la genesi e la crescita esponenziale di Non una di meno, facendo focus sulla violenza economica : uno dei capisaldi del piano femminista contro la violenza, laboratorio di scrittura collettivo elaborato in due anni di assemblee pubbliche.
Durante i lavori assembleari le lavoratrici presenti hanno preso parola: da un lato condividendo la gravità dell’attacco che le donne subiscono in questo nuovo Medioevo dei diritti, dall’altro ribadendo l’importanza di non retrocedere sulle conquiste ottenute nel passato e di potenziare gli istituti a favore della genitorialità e la presa in carico collettiva del lavoro di cura.
Tali rivendicazioni saranno oggetto di una piattaforma programmatica di settore di cui la politica di genere sarà la bussola.
Presentata in assemblea anche “Donne sull’orlo di una crisi di numeri”: inedita pubblicazione con cui USB ha cristallizzato lo studio sulla disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro.
Una disuguaglianza che ha la punta dell’iceberg nel gap salariale, che, alle condizioni attuali sarà colmato nel 2236. Le donne “vantano” anche un altro primato: in un anno totalizzano 50,6 miliardi di ore di lavoro non retribuito, quello cioè che contribuisce alla produzione familiare (il lavoro retribuito dell’intera popolazione italiana totalizza 41,7 miliardi di ore l’anno). Ogni casalinga lavora gratis 2539 ore l’anno, contro le 1507 ore delle occupate e le 826 degli uomini (siano essi occupati o meno).
Numeri impietosi e devastanti, che testimoniano quanto sia ancora lunga la lotta per l’uguaglianza. Una battaglia che va trasferita dalla sfera morale-umanitaria a quella politica e rivendicativa, nelle piazze e dentro i luoghi di lavoro.
Tanto più oggi, quando si vorrebbe fare delle donne lo strumento per l’abbassamento dei diritti e delle tutele, utili a una riformulazione del welfare già abbondantemente massacrato in una chiave familistica, che prevede il ritorno delle donne tra le mura domestiche.
Lo studio “Donne sull’orlo di una crisi di numeri” è scaricabile all’indirizzo:
confederazione.usb.it/fileadmin/archivio/usb/usb_donne.pdf
Gli appuntamenti di piazza del prossimo sciopero lotto marzo a Milano sono: 09.00 Piazza dello Sciopero ( Piazza Oberdan) e corteo serale dalle h. 18. 00 in Piazza Duca D’Aosta.
Vi aspettiamo: non una di meno!