ORIO AL SERIO: CHIEDONO ASILO POLITICO MA LI VOGLIONO RIMANDARE A CASA. LA MOBILITAZIONE VINCE: RESTANO IN ITALIA
Due cittadini siriani provenienti dalla Grecia giunti ieri sera all’aeroporto di Orio al Serio e diretti in Germania, sono stati fermati e minacciati di espulsione. Solo l’intervento di militanti dell’USB, di avvocati (Lavanna e Guarisio dell’Asgi), parlamentar (Elena Carnevali, Khalid Chaouki e Beppe Guerini), funzionari dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu ha scongiurato il loro rimpatrio che avrebbe voluto dire carcere e morte. E’ certamente la conseguenza della decisione del governo Renzi di dare inizio alla retata etnica e razzista che in questi giorni infuria in Italia e in tutta Europa contro migranti, profughi e richiedenti asilo. Che non risparmia nessuno. Nemmeno gli abitanti di Paesi dove infuria la guerra. Queste persone perseguitate, non solo nel loro Paese ma anche qui da noi, hanno bisogno di aiuto, di solidarietà, di assistenza per difendere la loro vita, i loro diritti, la loro dignità. La campagna “Sos libertà di circolazione e di residenza” lanciata in questi giorni da USB, risponde a queste esigenze ma ha bisogno del sostegno di tutti: segnalate i casi di espulsione, i soprusi, le violenze di cui sono vittime i migranti telefonando al 347 9250741 o alle sedi di USB.
Per una ricostruzione più precisa dei fatti pubblichiamo il resoconto dell’avvocato Marta Lavanna.
Nel pomeriggio del 16 ottobre il sindacato USB di Bergamo è stato informato della presenza all'aeroporto di Orio al Serio di due cittadini siriani atterrati da Atene con documenti falsi, trattenuti per essere imbarcati sul primo volo della mattina di ritorno ad Atene. Preoccupati del loro diritto di presentare una domanda di protezione internazionale, hanno contattato dei legali perché provassero a capire la situazione.
Gli avvocati Lavanna e Guariso dell'Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, accorsi in aeroporto, hanno dovuto insistere per oltre 2 ore per avere la possibilità di incontrare i siriani che intanto avevano chiesto di essere assistiti.
Al netto rifiuto della polizia di frontiera anche solo di aprire la porta (il dialogo si è svolto al citofono), insieme ai rappresentanti USB, hanno contattato carabinieri, polizia, procura, parlamentari (nelle persone di Elena Carnevali, Khalid Chaouki e Beppe Guerini) prima di riuscire a essere ammessi alla zona di trattenimento.
Qui sono stati invitati a parlare solo del reato di esibizione di falsi documenti per il quale er no a quel punto nominati di fiducia, posto che la dirigente della polizia di frontiera (per il tramite del capo turno) sosteneva non fosse di loro competenza ricevere una domanda di asilo e che, in ogni caso, in virtù del regolamento Dublino e degli accordi bilaterali di riammissione, la domanda doveva essere fatta in Grecia. A supporto di tali tesi, poi, veniva sostenuto che i siriani erano trattenuti in zona sterile aeroportuale e dunque non in territorio italiano.
Non è stato consentito invece l'ingresso all'interprete presente dell'USB così che gli avvocati hanno potuto scambiare solo poche parole in inglese con i cittadini siriani che invece insistevano per capire bene i loro diritti in materia di protezione internazionale e competenze degli stati, avendo anche uno dei due la moglie residente in Germania.
La polizia di frontiera ha comunque assicurato che la mattina successiva sarebbe stato presente un interprete prima dell'imbarco.
Questa mattina, dunque, anche grazie all'intervento dell'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, i due cittadini siriani hanno potuto esprimere la loro intenzione di presentare domanda di protezione internazionale e il respingimento in Grecia è stato sospeso.
L'Unhcr si è impegnata a monitorare la situazione alla frontiera aeroportuale di Orio al Serio dove, è evidente, la polizia di frontiera agisce in assenza delle corrette informazioni in materia di protezione internazionale, in piena e gravissima violazione dei diritti dei richiedenti asilo.