Perché ho deciso di iscrivermi a USB

Luna d'Ambrosio ci ha portato la sua adesione ad USB e la lettera che condividiamo.

Lei non proviene da nessun sindacato, entra in USB come compagna e militante di tante lotte.

Benvenuta!

Milano -

Perché ho deciso di iscrivermi a USB? Avrei potuto non farlo, ho 55 anni gestisco l’amministrazione ormai da 15 anni in un’industria a conduzione familiare dove non ho nessun tipo di problema. E allora uno si chiede, perché iscriversi al sindacato? Perché USB? La risposta è semplice: perché credo che nessun lavoratore, operaio/impiegato o quant’altro, possa esimersi dal lottare per le condizioni di tutti, è un dovere civico, politico è morale.

Perché credo che soprattutto chi come me, ha la fortuna di avere un buon lavoro, debba essere in prima fila per aiutare chi non ha la stessa possibilità, ma soprattutto perché vedo entrare nuove generazioni  di lavoratori senza la minima conoscenza/coscienza dei propri diritti, dei percorsi sindacali, di quanti diritti avevamo ottenuto  in passato e di quanto siamo riusciti a farci togliere e azzerare,  tutto ciò osservando con occhio sempre più critico e disincantato le schifezze che negli anni ci hanno propinato i sindacati confederali , che hanno abbassato sempre più la testa fino a toccare con la lingua le scarpe dei “padroni”, che hanno tradito le lotte di chi negli anni 60 e 70 ha sputato lacrime e sangue per consentire a tutti e tutte il lavoro dignitoso, la sicurezza del posto di lavoro, l’art. 18 e l’impossibilità del datore di lavoro di scaricarci con un calcio nel sedere, il diritto a curarsi se malati e a scioperare, sì a SCIOPERARE, un diritto di ogni lavoratore, come il diritto ai permessi sindacali e alle assemblee sul posto di lavoro, ai permessi alle ferie e alle pause previste dai CCNL (quelli che tanto vorrebbero farci saltare)… Ricordi lontani ormai.

In mezzo a questo deserto di idee e ideali, l’unica forza sindacale per me possibile è USB, che ho seguito nel corso degli anni e che ritengo l’ultimo baluardo contro la deriva assolutamente liberista e tirannica dell’attuale mercato del lavoro, mercato in cui non è più possibile accettare passivamente le regole o sedersi ad assurdi tavoli di contrattazione. Va spezzato l’incantesimo, va rotto lo specchio rifrangente delle promesse mancate e delle bugie rivestite di carta dorata, tocca uscire dal tunnel delle orecchie tappate per non sentire e dagli occhi bendati per non vedere.

Allora ho deciso di fare un gesto forse simbolico nella mia realtà lavorativa, ma per me importante: tesserarmi con USB, sostenerne i progetti e la lotta, sempre convinta che la lotta paga e i diritti si conquistano non si regalano, e spesso si conquistano a spinta!

Adelante compañeros!