Polizia Locale di Milano, dove la mobilità è frutto del capriccio. USB al Comune: serve un protocollo equo e trasparente
L’Unione Sindacale di Base ha inviato al Comune di Milano un documento nel quale si chiede l’adozione di criteri e procedure trasparenti e certi sulla mobilità interna ed esterna della Polizia Locale di Milano, nonché il miglioramento del contesto lavorativo e dell’organizzazione. Troppe sono infatti le proteste ricevute dai lavoratori, le anomalie riscontrate, sia in entrata che in uscita, e le disparità di trattamento, indice che all’interno del Corpo regna il malumore. Nato soprattutto dopo che alcuni dei nuovi assunti – nell’ambito di un avvicendamento generazionale che resta palesemente insufficiente – sono passati in breve ad altri incarichi, mentre agenti con anni di servizio continuano a non vedere spiragli di miglioramento.
Scendendo nel dettaglio, USB segnala che per la mobilità in uscita verso altri enti il rilascio del nullaosta da parte dell’amministrazione – formalmente regolato da regole chiare – obbedisce invece a sconosciuti criteri di discrezionalità. Lavoratori che hanno richiesto l’accesso agli atti per capire il rifiuto del rilascio del nullaosta di cui sopra – pur in presenza di palesi disuguaglianze – sono rimasti senza risposta da parte dell’Amministrazione.
Sulla mobilità in entrata da altri enti, USB rileva che vengono assunti agenti e ufficiali con un coefficiente tal die da non dover fare nessun “turnato” (serale e/o notturno), contraddicendo quanto si pretende dal personale che richiede la mobilità in uscita.
Sulla mobilità interna, USB sottolinea che al personale neoassunto e con pochi mesi di servizio viene consentito di entrare in nuclei e uffici o di lavorare alla Procura della Repubblica ed effettuare servizio in abiti civili, quando al personale con 15/20 anni di servizio, ogni giorno in pattuglia indossando con orgoglio l’uniforme, viene negata la possibilità di crescita professionale. Ciò genera stress, malcontento e disaffezione verso il Corpo di Polizia Locale di Milano. Non bastasse, leggiamo comunicati per la ricerca di personale da inserire in sezioni o uffici, senza che siano precisati i criteri di selezione e gli strumenti di valutazione. Lavoratori ritenuti idonei rimangono a lungo in attesa per scoprire alla fine che i posti sono stati assegnati a chi ne ha fatto richiesta successivamente. Resta anche incomprensibile lo spostamento di alcuni lavoratori senza che sia stato fatto alcun bando o che sia stata data pubblicità alla ricerca di personale.
Sulle nuove assunzioni, USB evidenzia che gli sforzi economici dell’Amministrazione restano vani, se le nuove leve non vengono impiegate su strada e in divisa, con la giusta collocazione che redistribuisca gli eccessivi carichi di lavoro e consenta l’auspicato ricambio generazionale.
Biasimiamo anche l’utilizzo dei neo-assunti senza uniforme. Ai nuovi agenti occorrerebbero almeno 5 anni in uniforme per farsi un’esperienza tale da affrontare in sicurezza le criticità quotidiane.
Quanto segnalato evidenzia come il “benessere organizzativo” indicato nelle direttive del Ministero della Funzione Pubblica e in altri provvedimenti normativi non stia a cuore alla dirigenza del Comune di Milano, che non risulta aver provveduto finora a costruire un “clima organizzativo” tale da far sentire i colleghi legati al contesto lavorativo. Che vorrebbe dire invece garantire le relazioni interpersonali, il rapporto con i superiori, l’importanza della propria attività lavorativa, il senso di appartenenza, l’equità retributiva e normativa, l’opportunità di crescita e miglioramento, l’ambiente di lavoro, l’assenza di differenze di genere e il rispetto delle pari opportunità.
USB chiede quindi ai dirigenti del Comune di Milano un rapido intervento per realizzare un protocollo equo e trasparente per le mobilità in entrata e in uscita e in via prioritaria per quelle interne, confrontandosi e condividendo con le organizzazioni sindacali e la Rsu le relative elaborazioni.
USB Comune di Milano - Polizia Locale