QUESTA ASSEMBLEA NON S'HA DA FARE. LA STATALE CHIUDE LE PORTE IN FACCIA A CHI VUOL DISCUTERE DI EXPO

Milano -

Questa mattina studenti, docenti e tutto il personale dell’Università statale di Milano si sono trovati le porte dell’ateneo chiuse. Niente lezioni, nessuna attività di ricerca. Il motivo? Il comitato NO Expo aveva indetto nei locali dell’università una due giorni per discutere i temi legati alla manifestazione che aprirà il primo maggio. Appuntamenti culturali e spettacoli stasera, seminari e un’assemblea pubblica domani. Per parlare di un argomento che tiene banco in città da mesi e che sarà al centro dell’attenzione mondiale per tutto l’anno. Peccato che il tema dell’esposizione, l’alimentazione, sia stato sostituito da quello della corruzione e del malaffare che ha travolto aziende appaltatrici e amministratori pubblici. Si sono scoperti pesanti infiltrazioni mafiose, ricatti, mazzette a un livello così diffuso che il governo ha dovuto nominare un apposito commissario anticorruzione. Uno scandalo di dimensioni mostruose con centinaia di milioni di euro sperperati, trafugati, gettati al vento. E un risultato: ritardi nelle costruzioni di palazzi e strade che presenteranno un sito monco. Di questo si voleva discutere e approfondire in questi due giorni. Lo volevamo noi, lo volevano i cittadini e i movimenti sociali stanchi di essere sbeffeggiati e trattati da rompiscatole perché contestano e vogliono capire cosa è questa Expo, che fine hanno fatto i loro soldi, se i colpevoli di questo scempio la pagheranno mai. Chi ha deciso di impedire tutto ciò, e non dimentichiamo che la Statale è partner di Expo, vuole solo una città tirata a lucido, una città vetrina. Ma è una vetrina sporca: di tangenti, mazzette, mafia. Senza dimenticare il vergognoso accordo di Comune e sindacati collaborazionisti sul lavoro cosiddetto volontario, un lavoro gratuito per migliaia di lavoratori ma indispensabile per far funzionare la macchina Expo. USB Lombardia denuncia come inaccettabile la chiusura dell’Università statale e l’esproprio di una sede pubblica da sempre luogo di libero dibattito e confronto tra idee. USB Lombardia ne chiede l’immediata  riapertura per consentire che i cittadini  possano dire la loro su un tema che li tocca più che da vicino.