Reparti RSA in appalto, il Golgi Redaelli nega problemi ma fa partire in tutta fretta i lavori di riparazione. E si continua a morire
Nell’esposto di una settimana fa alle procure di Milano e Monza e agli organi competenti, abbiamo segnalato la gravissima situazione nei reparti RSA in appalto presso l’ASP Golgi-Redaelli, a partire dai problemi sulla corretta nutrizione (o per meglio dire, denutrizione) degli ospiti, derivante dalla mancanza di personale a causa di un appalto assegnato con un eccesso di ribasso e da una gestione che tiene conto del profitto, prima ancora che della salute dei ricoverati. In proposito un campanello d’allarme risuonato fortissimo è il tasso di mortalità, che nei reparti appaltati è il quadruplo rispetto a quelli a gestione interna.
Nell’esposto abbiamo anche segnalato – allegando foto - la situazione dei reparti, in cui manca totalmente la manutenzione con gravi rischi per la sicurezza degli ospiti e del personale.
Il Direttore generale Enzo Lucchini, si è affrettato a smentire le cose segnalate ma… da alcuni giorni sono iniziati di gran lena i lavori di riparazione sulle criticità segnalate nel nostro esposto, il che è, purtroppo, la conferma più diretta della drammaticità della situazione.
Riteniamo però molto grave l fatto che sarebbe l’ASP Golgi-Redaelli (appaltante) a farsi carico dei lavori e non l’appaltatore, come previsto dal capitolato. Purtroppo ciò è perfettamente compatibile con quanto riportatoci dai lavoratori che, quando segnalavano le cose da riparare si sentivano rispondere dall’appaltatore che “la ditta che si occupa della manutenzione arriva dall’Emilia, prima di chiamarli aspettiamo che si accumulino un bel po’ di lavori di riparazione”. A conferma che, anche in questo caso, il profitto arriva prima della salute.
Una domanda è inevitabile: se nessuno sorveglia gli appalti nelle strutture pubbliche che si occupano di salute e cura delle persone, e tocca a un sindacato come l’USB accorgersene e denunciare questa lesione della dignità umana e del diritto alla salute; se di fronte a gravi problemi di mancata manutenzione che mettono a rischio la sicurezza deve correre l’appaltante e non l’appaltatore; allora a che serve questo appalto?
Dietro questo interrogativo si cela il marcio degli appalti e delle (finte) Cooperative che sono il cancro del mondo del lavoro attuale e che, ormai molto velocemente, stanno fagocitando i diritti, prima quello dei lavoratori e adesso anche quello dei cittadini, a partire dal Diritto alla Salute.
Intanto sul fronte dell’assistenza tutto tace: nessun aumento di personale, nella fascia oraria dalle 12.00 alle 13.00 i soliti e soli quattro operatori continuano nella missione impossibile di riuscire a dare da mangiare correttamente a 34 pazienti, oltre che riassettare e rimetterli a letto.
Le notizie che ci arrivano parlano di un altro decesso di un ospite in apparente stato di denutrizione. Almeno su questo speriamo che gli organismi di vigilanza e di controllo, oltre che la Magistratura, accelerino il loro intervento
Integreremo il nostro esposto con una nuova segnalazione su questi fatti, che invieremo di nuovo alla Procura della Repubblica, all’ATS e all’Assessorato Regionale, non trascurando gli organismi anticorruzione nazionali e regionali che da questa vicenda potrebbero trarre spunti interessanti.
Nel frattempo, chiediamo che venga posto fine all’appalto, che i reparti ritornino alla gestione dell’ASP e che vengano assunti e stabilizzati i lavoratori dell’appalto, oltre che assunte le 152 unità mancanti tra il personale dell’ASP.
Unione Sindacale di Base Lombardia
Milano 13-7-2021