RIFORMA SANITARIA LOMBARDA: UMILIARE IL SERVIZIO PUBBLICO PER FAVORIRE LE STRUTTURE PRIVATE
Mi spiace rovinare il clima festoso e accogliente descritto, per la visita presso il Mandic della mamma ministra della Salute Sig.ra Lorenzin (ricordo che è la stessa del famigerato “fertility day” e della azzeccatissima campagna pubblicitaria), ma in questo periodo di furti di parole e idee da parte altra di ministre della nostra povera Repubblica, ci “scappa” di prendere in prestito una frase del Direttore di Merate online, che spero ci scuserà “………….ci siamo recati di buon'ora al polidiagnostico CAB di Merate. Ingresso ore 7.50, prelievo ore 8.05. Costo pari o inferiore a quello che avremmo pagato alla cassa dell'ospedale; grande attenzione per il paziente da parte del personale addetto al prelievo. E' così che Maroni e il suo fido assessore Gallera - che balle a parte proseguono la politica sanitaria nel solco tracciato dall'ex "celeste"- intendono mettere in concorrenza/competizione il pubblico il privato?...........” (cit.: Claudio Brambilla da Editoriale Merate online del 25 marzo 2017 “Mandic: quando il privato batte il pubblico in un servizio sanitario di base al cittadino”)
Questa asserzione illustra, in poche righe a che punto sia la riforma sanitaria lombarda, licenziata a firma del dott. Fabio Rizzi (Lega Nord) e dall’Avv. Angelo Capelli (Alternativa Popolare quasi Comunione e Liberazione).
Alcune curiosità.
Il primo, ex presidente leghista della Commissione Sanità della Regione Lombardia, sta scontando due anni e sei mesi per corruzione.
La riforma è stata partorita sotto l’egida dell’allora Assessore alla salute, nonché vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani (Forza Italia forse fra un po’ Lega Nord); sotto processo per: abuso d’ufficio, concussione, abuso di potere, corruzione e turbativa d'asta. Lo stesso galantuomo, dopo quaranta giorni di carcere, centoquaranta di arresti domiciliari è ritornato libero per un vizio di forma ed è ricomparso in aula regionale in data 3 maggio 2016, tra le proteste del Movimento cinque stelle, e dopo meno di un mese, è entrato nella Commissione speciale carceri della Regione Lombardia ( chi meglio di lui dopo la sua esperienza di retto cittadino?????).
Nonostante queste premesse la riforma non sembra poi così male, semplificando, questa si basa su alcuni principi cardine:
· la popolazione lombarda (e non solo) sta invecchiando;
· le prestazioni sanitarie saranno richieste da pazienti affetti da malattie croniche, che avranno sempre meno bisogno di ricoveri ospedalieri e sempre più di assistenza domiciliare;
· non ci possiamo più permettere i numerosi ricoveri ospedalieri;
· in Lombardia il costo medio di un ricovero ospedaliero sta per sfiorare i 1000 euro giornalieri;
· per le casse regionali è più conveniente ridurre il numero di ricoveri e quindi i posti letto;
· per il cittadino è più sicuro e comodo essere assistito a casa sua (nei casi in cui ciò sia possibile).
Quindi il motto della riforma é:” intercettare la domanda di salute dei cittadini sul territorio e risolvere i loro problemi di salute a domicilio (ove possibile: i trapianti di cuore continueranno a farli in ospedale, ma la terapia antibiotica in vena, un infermiere potrà infonderla a domicilio, su prescrizione medica evitando uno scomodo ricovero ospedaliero per tre flebo al giorno)”.
A questo punto sorge una legittima domanda: ma i Direttori Generali di ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale), introdotte dal 1 gennaio 2016 in sostituzione di ASL e Aziende Ospedaliere, cosa hanno fatto di rivoluzionario in quest’anno e centoventi giorni???
La risposta è:……. NULLA in sintonia con i dettami della riforma; MOLTO rispetto alle aspettative dei loro partiti politici o gruppi religiosi che li hanno scelti.
Comunione e Liberazione, la Compagnia delle Opere, Alternativa Popolare Forza Italia e la Lega Nord, in Lombardia, vogliono smantellare il sistema sanitario pubblico e consegnarlo definitivamente al mercato privato, che li sostiene e consente loro di mantenere le poltrone in Regione Lombardia e non solo.
Ci sono alcuni strumenti subdoli, che questi Direttori, nominati da galantuomini, stanno mettendo in atto:
· boicottare la riforma incorporando le strutture periferiche territoriali negli ospedali, piuttosto che decentrarle;
· permettere che i tempi di attesa delle prestazioni ospedaliere si dilatino all’infinito;
· lasciare i Pronto Soccorso nelle situazioni drammatiche in cui versano;
· alzare i ticket, quel tanto che basta per rendere vantaggioso per gli utenti, pagare la prestazione privata piuttosto che attendere mesi nei servizi pubblici;
· mettere in atto una perversa gestione personale in ambito delle strutture pubbliche;
· umiliare i lavoratori dell’ASST; quelli della nostra zona, ci riferiscono di vessazioni, di turni massacranti, di sanzioni disciplinari ingiuste, di mancate sostituzioni in organico, di minacce ai dissidenti, di trasferimento coatti, di mancato rispetto di elementari diritti (Legge 104, rispetto dell’orario ridotto per donne in allattamento), fastidio per i problemi familiari o per le limitazioni certificate dei lavoratori;
· nominare a capo di strutture essenziali dei dirigenti arroganti, incapaci dotati solo di fede ciello – leghista;
· favorire l’esodo di lavoratori insoddisfatti e frustarti verso studi associati o cooperative private;
Francesco Scorzelli
USB P.I. Lombardia