Rischio sicurezza per la "fabbrica del sangue" dei milanesi
Dieci operatori mancanti su un totale di trentacinque, centinaia di ore di lavoro straordinario già programmate all'inizio di ogni mese alle quali se ne aggiungono altrettante con regolare frequenza, turni di lavoro massacranti e in condizioni di assenza delle più elementari condizioni di sicurezza per le lavoratrici ed i lavoratori del servizio, una condizione talmente grave da compromettere anche l'efficacia dei protocolli di sicurezza a tutela di pazienti e utenti.
Queste sono ad oggi le condizioni della "fabbrica del sangue" dei milanesi, il Centro Trasfusionale del Policlinico, che da più di un anno è in grandissima sofferenza e che riesce a garantire le prestazioni solo grazie all'abnegazione e alla coscienza professionale delle operatrici. Una situazione che, invece di trovare soluzioni da parte della dirigenza e tutela dalle altre organizzazioni sindacali, viene continuamente gravata dalla richiesta di ulteriori prestazioni lavorative. L'ultima, di stamattina, prevede un ulteriore aggravio di 200 ore di prestazioni lavorative.
Le lavoratrici si sono rivolte al sindacato USB che, dopo aver cercato un dialogo con la dirigenza e aver subito un assurdo allontanamento dal tavolo di trattativa in programma stamattina, sta procedendo ad inoltrare denunce e segnalazioni tutti gli organismi di tutela.
"Le irregolarità sono molteplici e diffuse e vanno dal non rispetto delle norme in tema di orario di lavoro e uso degli straordinari, all'abuso unilaterale dei fondi contrattuali. Gravi anche le violazioni delle norme sulla sicurezza. Particolare preoccupazione destano anche le ricadute che questa situazione può avere sugli utenti di questo importante servizio che richiede tantissima professionalità e un altissimo livello di attenzione, condizioni duramente minate dall'attuale situazione che si è creata nella totale e grave disattenzione di dirigenti e sindacati", sono le parole di Paolo di Stefano, USB Sanità, che chiosa "abbiamo inviato una richiesta di assunzione immediata di dieci operatori e la messa in regola delle tante situazioni illecite segnalate”.
Per USB la salute rimane un bene da tutelare attraverso una sanità che deve essere gestita non secondo criteri di compatibilità economica ma di tutela di un inalienabile diritto alla salute dei cittadini.
Le nostre iniziative non si fermeranno fino alla soluzione del problema.