Sanità Lombardia, approvata la riforma che favorirà i privati. USB attiva l’osservatorio speciale per svelare l’inganno delle liste d’attesa
Il 30 novembre 2021 è stata approvata la riforma del sistema sanitario regionale che, come temevamo, è l’ennesimo attacco alla Sanità pubblica. Con la politica che, ancora una volta, ha messo il profitto davanti al diritto alla salute dei cittadini.
Malgrado le raccomandazioni di Agenas, l’agenzia del Ministero della Salute che aveva dato indicazioni chiare (seppur timide) sulle criticità del sistema sanitario lombardo emerse in occasione della pandemia, si è proseguito verso la strada di indebolimento della Sanità pubblica, consegnando “l’eccellenza remunerativa” a imprenditori e faccendieri della sanità privata, parte sostanziale di quella intricatissima rete di interessi illegittimi che coinvolge gli amministratori pubblici, da Formigoni in poi.
Prova di questo è anche la quasi totale assenza di progetti di riqualificazione delle strutture pubbliche, per le quali, anzi, è prevista la graduale demolizione di quelle esistenti. Così come non c'è alcun vero rafforzamento della medicina territoriale e della medicina preventiva, autentiche falle mortali in occasione della pandemia. Stessa sorte per i destini dei medici di famiglia, lasciati in un limbo.
Simbolica è la questione delle liste d’attesa la cui gestione oggi favorisce nettamente i privati ai quali i cittadini vengono spesso indirizzati anche dal centro prenotazioni della Regione Lombardia: la riforma, soprattutto per come si evolverà nei prossimi 48 mesi, è costruita per dirottare ulteriormente le prestazioni sanitarie verso le strutture private che già oggi fruiscono di una quota superiore al 50% del totale.
Tutto ciò è palesemente confermato dal fatto che non vi è nessun cenno alla soluzione della carenza cronica di personale (circa 20.000 infermieri più migliaia di medici e di OSS) né nulla sulla riapertura dei tanti posti letto tagliati nel tempo da tutti i governi, nazionali e regionali che si sono succeduti.
Crescono però, di contro, il numero di poltrone dirigenziali su nomina politica (e non di merito), un piano che sembra attuato in vista anche della gestione degli investimenti economici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), investiti soprattutto nell’edilizia sanitaria, una circostanza che in questo clima rafforzerà, a nostro parere, il sistema di corruzione già tristemente noto in Lombardia e che trova il proprio baricentro nel sistema degli appalti.
L’USB continuerà la sua azione di sorveglianza e di denuncia che non si è mai fermata, men che meno durante la pandemia, durante la quale abbiamo indetto tre scioperi di settore e presentato decine di esposti alle Procure. In quest’ottica, abbiamo deciso di istituire un osservatorio delle liste d’attesa per rendere note le difficoltà dei cittadini ad accedere ai servizi pubblici e come il sistema sia stato concepito appositamente per favorire le strutture private.
USB Sanità Lombardia