Scuole lombarde a distanza. La scuola paga per tutti, ma non è il problema

Milano -

Con l’ordinanza del 21 ottobre, la regione Lombardia avvia la didattica a distanza in tutte le scuole di secondo grado della regione. È chiaro a tutti che questa decisione non è dovuta al fatto che nelle scuole non si sia cercato di costruire condizioni sicure, ma alla incapacità dell’amministrazione regionale e nazionale di gestire i sovraccarichi nel Trasporto Pubblico Locale, ai mancati investimenti in assunzioni e mezzi, oltreché ai mancati investimenti in personale scolastico ed edilizia. Investimenti che avrebbero dovuto garantire un numero di alunni per classe non superiore a 15.

A nulla servirebbero gli sconclusionati interventi nazionali, che prevedono turni pomeridiani, da coprirsi non si sa con quale personale e ingressi alle nove, che metterebbero sui mezzi gli studenti delle superiori nel momento in cui li usa gran parte dei dipendenti delle aziende e degli uffici.

La cosa più grave in assoluto sono i mancati interventi nel TPL confermati dalle parole del sindaco di Milano Beppe Sala «Siamo molto lontani dalla capienza dell’80%, se questa va ripensata siamo disponibili ma non possiamo aumentare le corse, questo lo posso escludere» (Corriere della Sera, 15 ottobre 2020). Mancati investimenti figli anche di una dissennata politica di privatizzazione che va avanti da decenni, per cui sono più importanti i dividendi dei soci e i premi dei manager, che il servizio ai cittadini.

Nonostante la terribile esperienza di marzo, continuano ad essere assenti anche le misure di prevenzione e contenimento del contagio nel campo della sanità: nessun aumento reale degli operatori sanitari, né dei posti letto in terapia intensiva, dei ventilatori polmonari. Non sono stati incrementati i presidi territoriali, né le capacità di screening, i medici di medicina generale continuano ad essere lasciati soli. Tutto ciò è figlio della privatizzazione della sanità, dei favori agli amici della sanità privata, della totale mancanza di una seria pianificazione.

La soluzione a tutto ciò che in sette mesi in regione e in Italia non è stato fatto? Attivare la didattica a distanza per alleggerire i trasporti!

Attiviamo la DAD, che sappiamo essere inefficace e impoverente, ma oggi 22 ottobre, in un momento di simile crisi, iniziano comunque le prove per un concorso straordinario assurdo, a cui moltissimi docenti non potranno partecipare perché in isolamento fiduciario o in malattia a causa del Covid.

USB Scuola Lombardia e tutta USB esprimono la netta opposizione a queste politiche di massacro dello Stato Sociale, in particolare delle politiche scolastiche volte all’impoverimento culturale, didattico e pedagogico della Scuola, primo baluardo di democrazia e coscienza critica. La DaD distrugge nei fatti il diritto allo studio. Il diritto allo studio di una generazione di ragazzi e ragazze che sta pagando per le scelte scellerate di una società senza futuro.

Esprimiamo la nostra totale contrarietà alla DaD come modalità di lavoro per i docenti, perché causa di un sovraccarico di mansioni e impegni, nonché di problemi legati alla salute psicologica e fisica.

Vogliamo, pretendiamo, reali investimenti per avere scuole, ospedali e trasporti sicuri per tutti!