Sfratto del Leoncavallo: un altro tassello della Milano svenduta a immobiiaristi e grandi ricchi
Oggi, in anticipo di quasi 20 giorni rispetto alla data prevista per il successivo sopralluogo, è stato sgomberato il Leoncavallo, centro sociale storico di Milano, che in via Watteau stava da 30 anni, dopo lo sgombero della sede storica, nell'ommonima via.
l'Unione Sindacale di Base dichiara solidarietà incondizionata al Centro Sociale e all'Associazione Mamme del Leoncavallo, già condannate a risarcire lo stato che ha dato ben 3 milioni di euro alla famiglia Cabassi - un potentato immobiliare che tutti ben conosciamo - proprietaria dello stabile.
Una solidarietà ad un pezzo importante, ad un simbolo del movimento politico e sociale di Milano che nei fatti ha incarnato per cinquant'anni l'idea di una Milano popolare, pubblica e di chi ha meno o nessun diritto.
Questo sgombero è un altro segno dell'avanzare di una Milano degli affari e degli affaristi che sta togliendo la città ai cittadini e alle cittadine, a lavoratori e lavoratrici e a chi la vive, per renderla un prodotto finanziario, un luogo ad uso e consumo dei ricchi e degli investitori.
Una scelta assunta direttamente dal governo in un momento difficile per la città, mentre ai scoperchia una rete affaristica e corrotta che ha il suo epicentro proprio nell'ambito immobiliare e che riguarda sia la destra che la cosiddetta sinistra politica cittadina (la giunta Sala). Sembra uno sgombero a orologeria.
USB, sempre dalla parte dei lavoratori e delle classi popolari, è solidale e al fianco del Leoncavallo di fronte a questo ennesimo sfregio arrogante dei ceti dominanti alla città vera