Tragico incidente o ennesimo omicidio sul lavoro in nome del profitto? Non si può morire schiacciati sul lavoro.
Lunedì 13 gennaio 2020, nel cantiere di piazza Tirana della linea 4 della metropolitana di Milano, è morto un operaio di 42 anni, Raffaele Ielpo, schiacciato dalla caduta di un masso causata dal cedimento della parte superiore dello scavo all’interno del quale stava lavorando. Non conosciamo la dinamica precisa dei fatti, sui quali indagano gli organi ispettivi, ma siamo convinti che non si può morire schiacciati mentre si lavora e che, se questo accade, ci sono sempre delle cause e delle responsabilità precise. Non si può morire schiacciati sul lavoro se si rispettano le norme per la sicurezza previste nelle operazioni di scavo nei cantieri a profondità elevata: verifica preventiva della stabilità delle pareti degli scavi (per escludere casi di crollo o caduta di parti di esse non basta certo utilizzare il casco di protezione!!!); elaborazione di una procedura di sicurezza adeguata (per definire le modalità operative "sicure" per questa tipologia di lavori ad alto rischio); formazione-addestramento adeguati per i lavoratori addetti a queste attività.
Ma, al di là del rispetto formale di questi obblighi da parte del datore di lavoro, è fondamentale che l'organizzazione del lavoro permetta l'attuazione concreta delle misure di sicurezza necessarie per la prevenzione degli infortuni. Il Comune di Milano nella persona del Sindaco Sala, che esprime il suo cordoglio, dichiarandosi “costernato”, ha attuato tutti gli strumenti a sua disposizione per verificare che le ditte abbiano realmente messo in opera tutte le misure di prevenzione e di sicurezza? L'impresa esecutrice, M4 spa, il cui Presidente, Fabio Terragni, parla di incidente, ha attuato le norme di sicurezza previste per queste operazioni di scavo? Ha valutato correttamente i rischi e richiesto al Comune le condizioni necessarie sia a livello organizzativo sia per tempi di consegna, per poter effettuare i lavori in sicurezza?
Le morti sul lavoro non sono tragici incidenti, ma omicidi quasi sempre causati da interessi economici, dall’avida necessità del capitale di produrre capitale.
USB Lombardia ha già avviato numerose azioni per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, azioni di formazione, di informazione e di rivendicazione nei confronti delle aziende, attraverso le quali abbiamo ottenuto adeguamenti alle norme di legge e, conseguentemente, il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita per tanti che a noi si sono rivolti.
Di fronte alla tutela della sicurezza e della vita non c’è spazio per le speculazioni.