USB Lombardia: il sistema ci vuole schiavi, ma ottiene Lavoratori che pretendono il rispetto dei loro diritti

Milano -

Un Primo Maggio contro le vecchie e nuove schiavitù, lo slogan che ha caratterizzato le azioni dell’Unione Sindacale di Base in Lombardia durante la giornata di ieri, vuole essere anche e soprattutto analisi dura e senza sconti del presente e visione prospettica per il futuro. Una fotografia precisa del mondo del lavoro odierno che deve servire a costruire un futuro di lotta che contrasti con forza i tanti aspetti violenti dell’odierno mondo del lavoro, fatto di aggressione a diritti e salario, sfruttamento della manodopera – migrante e non – e massimizzazione del profitto. Questa è la modalità di azione scelta da USB in Lombardia e nel resto di Italia: forme di lotta non convenzionali come a San Severo, dove migliaia di braccianti e migranti hanno sfilato in corteo per “diritti e dignità”, o nel ghetto di San Ferdinando, dove i lavoratori, costretti ad una ignobile forma di schiavitù dalla quale vogliono ad ogni costo affrancarsi, hanno attraversato il centro di Reggio Calabria.

In Lombardia abbiamo scelto agire su tre dei piani della schiavitù imposta dall’ordocapitalismo: lo sfruttamento e la marginalizzazione dei migranti; le condizioni dei lavoratori della Logistica, che è lo strumento con cui la New Economy traduce la leggerezza dello shopping digitale in rapido profitto e violenza sui lavoratori, sul loro tempo di vita e sui loro salari; e infine la necessità del capitalismo di smaltire la sovrapproduzione di beni (spesso inutili) mantenendo sempre aperti i grandi centri commerciali, anche nel giorno che celebra i diritti dei lavoratori conquistati con le lotte del secolo scorso e al cui funerale il potere finanziario lavora alacremente.

Per questo manifestare, volantinare e bloccare gli ingressi di un grande centro commerciale, di cui si prevedere peraltro un ampliamento, aperto nel giorno che dovrebbe celebrare le lotte e le conquiste dei lavoratori è un’azione importante e per nulla simbolica, che porta invece concreta solidarietà ai tanti lavoratori sfruttati, sottopagati e costretti al lavoro festivo loro malgrado e con la complicità dei sindacati concertativi. Lavoratori che un sindacato realmente confittale, di classe e di massa ha il dovere di supportare cercando allo stesso tempo di riportare i cosiddetti consumatori ad una coscienza di lavoratori e a una solidarietà che appare troppo speso dimenticata.

 "Volevate braccia, sono arrivati uomini" e "Schiavi Mai" – i due slogan che caratterizzano l’azione dell’USB nel suo lavoro coi migranti, sempre i più sfruttati e schiavizzati tra i lavoratori – sono state anche le parole d’ordine della nostra partecipazione al corteo che nella tarda mattinata ha attraversato il quartiere di Via Padova. La partenza è avvenuta dallo Stabile occupato di Via Esterle, dove il Collettivo “Ci Siamo con Abd El Salam”, formato soprattutto da profughi e richiedenti asilo, sta conducendo un esperimento di socialità e di integrazione nel nome del nostro militante, lavoratore della logistica, ucciso lo scorso settembre durante un picchetto di protesta davanti i cancelli della GLS.

È stato un corteo composito che ha tenuto insieme migranti, lavoratori della logistica, e lavoratori “tradizionali” e precari, tutti uniti nella consapevolezza di essere, seppure in forme diverse, oggetto della medesima aggressione. Perché se i lavoratori della logistica e i migranti, rappresentano l'aspetto più evidente dello sfruttamento e dell'attacco ai diritti, i tanti volti del lavoro – quale più e quale meno garantito – presenti al corteo sono perfettamente consapevoli che il continuo e feroce processo di smantellamento dei servizi pubblici al quale assistiamo da anni e il loro trasferimento a soggetti privati non è altro che l'altra faccia della medaglia di quel processo che mira alla distruzione di diritti di tutti e delle tutele garantite dallo stato sociale.

In continuità col percorso avviato con la piattaforma “Voglio Lavoro e Stato Sociale”, USB proseguirà nel processo di rivendicazione e tutela del diritto di cittadini e lavoratori, italiani e non, alla casa, alla salute, all’istruzione, alla retribuzione equa, all'occupazione stabile, alla sicurezza, alla pensione. Rivendicazioni sostenute anche dalla Costituzione italiana e che confermano la bontà della posizione di quello che è rimasto l’unico Sindacato nel panorama italiano capace di esercitare un ruolo non subalterno alle politiche liberiste e liberticide, rimanendo legato in maniera reale e non retorica al reale significato della Festa dei Lavoratori.

USB Lombardia