USB Scuola Milano: 18 OTTOBRE 2013 SCIOPERO GENERALE: FERMIAMOCI PER FERMARLI
In questi ultimi anni hanno provato a fermare la scuola statale, ci hanno provato e continuano a provarci!
Hanno riempito le nostre aule trasformandole in classi pollaio così affollate da farci pensare che con quei provvedimenti avessero in mente un parcheggio e non una scuola.
Ci privano quotidianamente di supporti, di risorse e di strumenti concreti per sopperire al disagio, alle necessità didattiche e ai bisogni educativi dei nostri studenti; ma in compenso trovano i soldi per finanziare improbabili progetti web, che come unico obiettivo hanno quello di pervertire o impoverire la didattica, e riescono anche a sostenere i costi scandalosi di presunte “pillole del sapere” rivelatesi, di recente, mero sperpero di soldi pubblici.
Hanno violato e continuano a violare i diritti dei più deboli con la riduzione oraria delle ore di sostegno e l'introduzione di una nuova normativa sui Bisogni Educativi Speciali puramente formale, caotica e che avrà come unica conseguenza nei prossimi anni una riduzione dell'organico di sostegno. Il diritto allo studio degli studenti con disabilità viene pensato unicamente come un costo sociale da ridurre piuttosto che come un investimento per il futuro, un futuro che vedrà questi studenti partecipi alla vita del nostro paese da contribuenti e non da assistiti solo se oggi verranno realmente supportati in modo adeguato.
Hanno trasformato i presidi in dirigenti scolastici completamente asserviti alla logica del bilancio e del mercato, che oggi arrivano a concepire le proprie scuole come aziende autonome e non come pubbliche istituzioni, frequentate da clienti piuttosto che da utenti futuri cittadini in formazione.
E poi regole, regolamenti, codici disciplinari, decreti punitivi, attacchi al contratto collettivo nazionale, aumento dell'orario ventilato a parità di stipendio, mancato pagamento delle ferie non godute... questo e altro ancora sarà costretto a subire il lavoratore della scuola se continuerà a tacere perché la logica dei tagli ha bisogno di una propaganda umiliante e vessatoria che necessita della sempreverde teoria del lavoratore del pubblico impiego fannullone e parassita.
Ci obbligano a subire e ad accettare nuove normative volte unicamente ad aumentare il carico di burocratizzazione del nostro lavoro che è, invece, fondato sulla relazione, sulla collegialità, sulla progettazione attiva e non meramente compilativa.
Stanno provando, con strumenti come i test Invalsi, a introdurre il tema della meritocrazia per distrarci dal costante aumento della precarietà e dividere i lavoratori solleticandone il narcisismo o, peggio, illudendoli con l'aspettativa di aumenti salariali a fronte dell'unica attuale realtà: il blocco degli stipendi.
Tra frottole e promesse, minacce e umiliazioni hanno provato a piegarci e a fermare la scuola: la più grande opera pubblica del nostro paese. I suoi lavoratori, docenti e ATA, ogni giorno costruiscono e ricostruiscono. Sulle macerie, nel vuoto e, spesso, nell'assenza delle istituzioni.
Ma di fronte alle continue emorragie di finanziamenti e di personale precario espulso a causa dei tagli e dei 150mila posti di lavoro persi dal 2008 ad oggi, di fronte alle umiliazioni e ai tentativi di demolire i nostri diritti di lavoratori, diciamo basta! Il 18 ottobre ci fermeremo per un giorno insieme ai lavoratori di tutti gli altri settori.